Quali sono le regioni con indice Rt superiore a 1 e che rischiano di passare in zona rossa
Sono 16 le regioni italiane che presentano un Rt, cioè un indice di trasmissibilità del virus, superiore alla soglia di guardia di 1. È quanto emerge dalla bozza del monitoraggio settimanale elaborato da Istituto superiore della Sanità e Ministero della Salute sulla situazione epidemiologica nel nostro Paese nel periodo compreso tra l'1 e il 7 marzo. Anche a livello nazionale l'Rt è salto a quota 1,16, così come è aumentata l'incidenza: si parla di 225 casi ogni 100mila abitanti. Ecco, di seguito, i valori Rt regione per regione:
- Abruzzo 1,05
- Basilicata 1,53
- Calabria 0,83
- Campania 1,5
- Emilia-Romagna 1,34
- Friuli Venezia Giulia 1,39
- Lazio 1,31
- Liguria 1,13
- Lombardia 1,3
- Marche 1,08
- Molise 1,07
- Piemonte 1,41
- Provincia di Bolzano 0,61
- Provincia di Trento 1,04
- Puglia 1,23
- Sardegna 0,89
- Sicilia 1
- Toscana 1,23
- Umbria 0,81
- Val d'Aosta 1,4
- Veneto 1,28
Tra queste, otto (Campania, Piemonte, FVG, Emilia-Romagna, Basilicata, Lombardia, Lazio, Veneto) hanno un Rt con il limite inferiore superiore a 1,25, compatibile con uno scenario di tipo 3. Quattro Regioni hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/PPAA hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno. In totale dieci Regioni, contro le sei della settimana precedente, hanno un livello di rischio alto e altre 10 Regioni/PPAA hanno una classificazione di rischio moderato (di cui quattro ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane). Solo una, e cioè la Sardegna, con rischio basso. Sedici Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale maggiore di uno.
Alla luce di questi dati è probabile che passino in zona rossa a partire da lunedì 15 marzo insieme a Campania, Basilicata e Molise, anche le due Province autonome di Trento e Bolzano (che era si era già messa in quella zona), la Lombardia, l'Emilia Romagna, il Piemonte, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, il Lazio, le Marche. Per Lazio e Lombardia è arrivata anche la conferma dei rispettivi governatori, ma per l'ufficialità bisognerà comunque aspettare l'ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza.