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Quali sono le Regioni che rischiano di tornare in zona gialla se i contagi continuano ad aumentare

Quali regioni rischiano di passare dalla zona bianca a quella gialla nelle prossime settimane? Anche se i dati su contagi e ospedalizzazioni, seppur in aumento, restano sotto controllo, non è escluso che nelle prossime settimane possa esserci qualche cambio di colore. Tutto dipenderà soprattutto dalla percentuale di posti letto occupati nei reparti ordinari e di terapia intensiva. Intanto, per lunedì 1 novembre non dovrebbe esserci nessuna novità.
A cura di Ida Artiaco
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L'epidemia di Covid-19 è in ripresa anche in Italia. Anche se il numero dei contagi e soprattutto delle ospedalizzazioni resta al momento sotto controllo, ci sono alcuni dati in crescita. La conferma è appena arrivata dall'ultimo monitoraggio settimanale realizzato dalla Cabina di regia: non solo l'indice Rt di trasmissibilità del contagio, calcolato sui casi sintomatici, è salito a 0,96 e l'incidenza è passata da 34 a 46 casi ogni 100mila abitanti, ma ci sono al momento ben 18 regioni che sono state classificate a rischio moderato. Solo sette giorni fa ne era quattro. Attualmente tutte le regioni si trovano in zona bianca, ma non è escluso che qualcuna possa passare in fascia gialla nelle prossime settimane. Tutto dipenderà soprattutto dalla percentuale di posti letto occupati nei reparti ordinari e di terapia intensiva.

Reparti ordinari e terapie intensive, la situazione regione per regione

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Sempre secondo i dati del monitoraggio settimanale resi noti oggi, il tasso di occupazione in terapia intensiva su base nazionale è stabile al 3,7%. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 4,5%. Nessuna Regione supera le soglie del 15% per l'area medica e del 10% per l'area critica per il passaggio in fascia gialla, ma alcune sono da tenere sotto controllo. Ecco, di seguito, le percentuali di occupazione dei posti letto regione per regione aggiornati al 28 ottobre sul sito di Agenas, l'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali:

  • Abruzzo: 5% terapia intensiva, 4% area medica
  • Basilicata: 0% terapia intensiva, 5% area medica
  • Calabria: 3% terapia intensiva, 9% area medica
  • Campania: 4% terapia intensiva, 6% area medica
  • Emilia Romagna: 3% terapia intensiva, 4% area medica
  • Friuli Venezia Giulia: 6% terapia intensiva, 5% area medica
  • Lazio: 5% terapia intensiva, 6% area medica
  • Liguria: 5% terapia intensiva, 3% area medica
  • Lombardia: 3% terapia intensiva, 5% area medica
  • Marche: 8% terapia intensiva, 5% area medica
  • Molise: 3% terapia intensiva, 3% area medica
  • Provincia autonoma di Bolzano: 6% terapia intensiva, 9% area medica
  • Provincia autonoma di Trento: 2% terapia intensiva, 2% area medica
  • Piemonte: 3% terapia intensiva, 3% area medica
  • Puglia: 2% terapia intensiva, 3% area medica
  • Sardegna: 2% terapia intensiva, 3% area medica
  • Sicilia: 4% terapia intensiva, 8% area medica
  • Toscana: 5% terapia intensiva, 4% area medica
  • Umbria: 8% terapia intensiva, 5% area medica
  • Valle d'Aosta: 0% terapia intensiva, 7% area medica
  • Veneto: 3% terapia intensiva, 3% area medica

I colori delle regioni da lunedì 1 novembre

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Al momento, dunque, tutte le regioni restano in zona bianca. Non dovrebbero esserci novità in vista di lunedì 1 novembre. Il ministro Speranza non dovrebbe firmare nessuna ordinanza per il cambio di colore delle regioni. Tuttavia, l'attenzione è ora puntata su alcune aree dove i numeri relativi alle ospedalizzazioni sono in aumento: in particolare, si segnala la Provincia autonoma di Bolzano, che raggiunge il 9% di occupazione dei posti letto in area medica e il 6% in terapia intensiva, le Marche (8% in TI), l'Umbria (8% in TI) la Calabria (9%in area medica) e la Sicilia (8% sempre in area medica). Ma si tratta comunque di percentuali ancora lontane rispetto alla soglia stabilita per il passaggio in zona gialla.

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