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Quali sono le migliori università italiane, la classifica Censis: Bologna prima, male il Sud

Secondo la classifica delle migliori università italiane del 2023 realizzata dal Censis, l’Alma Mater di Bologna è al primo posto del podio dei mega atenei. Su quello dei grandi atenei c’è Pavia, mentre Trento primeggia tra i medi atenei. Male le università del Sud.
A cura di Ida Artiaco
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Bologna, Pavia, Trento e Siena. Sono queste le migliori università italiane, divise tra mega, grandi e medi atenei, secondo il Censis, che per stilare la classifica pubblicata oggi ha considerato un insieme di variabili che vanno dalle strutture disponibili ai servizi erogati e dalle borse di studio al prestigio internazionale degli atenei stessi.

In generale, dal rapporto Censis emerge come nell'ultimo anno siano cresciute del +2,2% le immatricolazioni nelle università, ma siano anche aumentati gli iscritti che lasciano gli studi dopo il primo anno. Parlando di numeri, ci sono stati 7.152 neoiscritti in più e a crescere sono anche le immatricolazioni degli stranieri: +3,5%. Gli atenei del Centro hanno beneficiato maggiormente della variazione positiva con il +9,3% di immatricolazioni, seguiti da quelli del Nord Ovest (+1,6%). A soffrire maggiormente sono Nord Est, Sud e Isole, che registrano ancora cali che vanno dal -0,2% al -2%.

Bologna prima tra i mega atenei

Sul podio dei mega atenei, quelli cioè che contano più di 40mila iscritti, c'è l’Alma Mater di Bologna, che guida la classifica da ormai 14 anni, seguita sempre dall’università di Padova e dalla Sapienza di Roma. In quarta posizione resta stabile Pisa mentre la Statale di Milano scavalca Firenze al quinto posto, grazie al miglioramento dell’indicatore dei servizi per gli studenti.

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Chiudono la classifica dei mega atenei statali l’Università di Bari e quella di Napoli Federico II, rispettivamente in penultima e ultima posizione.

Grandi e medi atenei: primeggiano Pavia e Trento

Non ci sono grandi sorprese nemmeno sul podio dei grandi atenei, quelli che contano tra i 20mila e i 40mila studenti: in testa c'è sempre Pavia, seguita da Perugia e dall'Università della Calabria. Dopo Venezia Ca’ Foscari, quarta, avanza di due posizioni rispetto allo scorso anno l’università di Parma, seguita al sesto posto da Salerno, in risalita di ben posizioni. Chiude la classifica dei grandi atenei statali l’Università di Catania.

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Sul podio degli atenei medi, quelli cioè tra 10mila e 20mila iscritti, c'è Trento. Siena arriva al terzo posto, scavalcata anche da Udine, che guadagna tre posizioni in dodici mesi. Chiude il ranking, in ultima posizione, l’Università dell’Aquila, preceduta in penultima e terzultima posizione dall’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro e dall’Università di Napoli L’Orientale, che sale di una posizione rispetto allo scorso anno.

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La classifica dei piccoli atenei e delle università private

Per le università più piccole, quelle che contano dai 10mila studenti in giù, Camerino si conferma leader, seguita dall’università della Tuscia, che scala tre posizioni, mentre terza è l’università delle Marche. Mentre, per quanto riguarda le università private, nelle loro rispettive categorie, sono tre gli istituti privati che primeggiano: la Bocconi, la Luiss e l’università di Bolzano. Tra i politecnici, invece, vince quello di Milano.

"Il consolidamento della posizione di Luiss nel ranking Censis, assieme alla parallela scalata nelle altre classifiche accademiche internazionali, rappresenta il frutto di una forte accelerazione lungo le traiettorie strategiche del nostro Ateneo, ovvero Innovazione, Interdisciplinarità – con il nostro modello educativo enquiry-based – e Internazionalizzazione. Su quest’ultima stiamo lavorando con convinzione per costruire nuove opportunità di formazione e ricerca nei cinque continenti: esplorare nuovi territori, rafforzare le connessioni con Atenei di diversi Paesi, offrire borse di studio coinvolgendo attivamente l’ampio network dei nostri/e laureati/e e attrarre studenti/esse e docenti internazionali, sono i driver di sviluppo di una Luiss sempre più globale", ha commentato il Rettore Andrea Prencipe.

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