Quali saranno gli effetti di El Niño e come saranno i prossimi mesi dell’estate
Lunedì 3 luglio è stato il giorno più caldo mai registrato sulla Terra, secondo i dati diffusi dall’agenzia federale statunitense National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa). La temperatura media a mondiale ha raggiunto due giorni fa i 17,01 gradi Celsius, superando i precedenti record del 14 agosto 2016 e 24 luglio 2022, quando la colonnina di mercurio toccò il livello medio globale di 16,92°.
Quello del 3 luglio è un dato senza precedenti, un record che però potrebbe essere stato polverizzato appena 24 ore dopo visto che – secondo gli scienziati del progetto Climate Reanalyzer dell'Università del Maine – la temperatura superficiale media terrestre ha raggiunto i 17,18 gradi nella giornata di ieri, martedì 4 luglio.
Oltre ai cambiamenti climatici, a incidere sui dati osservati questi giorni è il fenomeno meteorologico El Niño, che comporta un aumento delle temperature soprattutto in America e Australia.
Ma quali saranno gli effetti di El Niño sull’Italia? E che estate ci aspetta? Fanpage.it ha interpellato Francesco Sudati, Maggiore del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare.
Maggiore, cosa è successo durante queste prime settimane di estate?
Facciamo una premessa: noi meteorologi studiamo l'estate dal punto di vista climatologico come il periodo che va dal primo giugno al 31 agosto. Detto ciò, ad oggi non sono stati ancora elaborati in maniera rigorosa i dati relativi al mese scorso, tuttavia mi sento di dire che fino al 18/20 giugno le temperature hanno rispettato le medie climatiche mentre le precipitazioni sono state leggermente superiori alla media stagionale soprattutto nelle regioni del sud Italia. Alla fine di giugno abbiamo avuto una prima invasione di aria molto calda proveniente dal Nord Africa e le temperature sono salite ovunque al di sopra delle medie concludendo la lunga fase di instabilità, che proseguiva dal mese di maggio. Diciamo che la vera estate quindi è iniziata da poco. Ora le temperature sono leggermente diminuite, ma possiamo essere certi che nel weekend ci sarà un nuovo ingresso di aria molto calda da sud che porterà caldo torrido in primis in Sardegna, dove si toccheranno i 40 gradi, poi nel resto delle regioni centromeridionali, dove però si fermeranno a 37/38 gradi. Il nord, invece, rimarrà ai margini di questa ondata di calore. Nella seconda metà della prossima settimana al settentrione potrebbero tornare i temporali.
Ieri gli esperti dell'Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) hanno messo in guardia dagli effetti di El Niño. Cosa significa?
El Niño è un fenomeno ciclico ricorrente da secoli che viene monitorato scientificamente solo da alcuni decenni, indicativamente dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Si tratta, in sintesi, del riscaldamento delle acque superficiali dell'Oceano Pacifico nella zona vicina all'Equatore: parliamo di un fenomeno che c'è sempre stato e rientra perfettamente nella dinamica climatica globale.
A cosa è dovuto il riscaldamento delle acque del Pacifico?
A un complesso meccanismo che riguarda sia le correnti oceaniche tra gli strati superficiali e quelli inferiori, che le dinamiche della circolazione atmosferica al di sopra dell'acqua. El Niño, che è già iniziato, si intensificherà nei prossimi mesi e dovrebbe raggiungere il culmine nel periodo natalizio. Le ripercussioni su scala globale saranno evidenti: il 2024 potrebbe essere un anno estremamente caldo sul nostro pianeta. A livello locale, tuttavia, solo alcune zone risentiranno in modo diretto degli effetti di El Niño, ad esempio gli Stati Uniti e l'Australia. Sull'Europa la correlazione causa/effetto è ancora poco chiara perché il nostro continente è molto lontano rispetto al Pacifico, ma anche perché risente molto di altri fenomeni globali come l'andamento del vortice polare o quello dell'oscillazione quasi biennale dei venti stratosferici sull'Equatore. Insomma, l'allerta lanciata ieri Organizzazione meteorologica mondiale è piuttosto generica, ma a noi gli effetti del solo El Niño interesseranno relativamente.
Vuol dire che El Niño avrà ricadute limitate sull’Italia e il resto d'Europa?
Con un El Nino forte come quello attuale la preoccupazione è soprattutto che il 2024 possa essere un anno di caldo record a livello globale. Per quanto riguarda l'Italia, invece, l'autunno 2023 potrebbe essere un po' più caldo rispetto ai livelli medi del periodo. Attenzione, però: questo non significa che sarà simile all'estate perché non sappiamo ancora se sarà siccitoso o piovoso.
Come sarà il resto dell'estate in Italia?
Anche in questo caso è necessario fare una premessa: i dati che ci vengono forniti dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine, finanziato anche dall'Italia e dal quale l'Aeronautica Militare riceve dati ed elaborazioni, ci permettono di delineare delle tendenze climatiche non dettagliate a livello territoriale ma ancora piuttosto generiche. Detto ciò la prossima settimana vedrà un'ondata di calore significativa per il centrosud mentre al nord le temperature saranno più elevate della media ma non eccezionali. Intorno alla fine della prossima settimana assisteremo a un cedimento della massa d'aria calda al nord con temperature che torneranno entro i valori medi stagionali. Nella seconda parte di luglio il calo termico dovrebbe riguardare anche le regioni centro-meridionali, quindi in generale in Italia le temperature torneranno in linea con i valori medi del periodo e non mancheranno i temporali su Alpi e Appennino e lungo il versante adriatico. Ad agosto le proiezioni danno valori termici leggermente superiori alla media di riferimento. Ad oggi due sono le possibilità: la prima è che il prossimo mese potrebbe essere leggermente più caldo del previsto, ma senza eccessi. La seconda ipotesi, per la quale personalmente propendo, è invece che la prima metà di agosto sarà leggermente più fresca e instabile, mentre il resto del mese sarà molto più caldo della norma con una nuova invasione di aria africana. Per quanto riguarda l'autunno, come abbiamo già spiegato El Niño farà sentire in qualche modo la sua presenza. Le temperature saranno superiori alla media, ma non sappiamo ancora quante saranno le precipitazioni né dove saranno localizzate.