12 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Pubblicare i dati dei bocciati a un concorso è illegale perché viola la privacy: multato l’Inps

Secondo il Garante per la protezione dei dati personali, che ha inflitto all’Inps una sanzione di 20mila euro, diffondere online i risultati delle prove intermedie o dei dati personali dei non vincitori o non ammessi a un concorso costituisce una violazione della privacy.
A cura di Davide Falcioni
12 CONDIVISIONI
Immagine

Diffondere in rete i risultati delle prove intermedie o dei dati personali dei non vincitori o non ammessi a un concorso costituisce una violazione della privacy. A stabilirlo il Garante per la protezione dei dati personali, che ha inflitto all’Inps una sanzione di 20mila euro.

Il Garante, in particolare, ha accolto il ricorso presentato da un partecipante al concorso pubblico a 1.858 posti di consulente protezione sociale indetto dall’Inps. L’autore del reclamo, spiega l’ente, aveva contestato la pubblicazione sul sito web dell’Istituto di previdenza di numerosi atti e documenti, tra cui gli elenchi degli ammessi e non ammessi alla prova scritta e alla prova orale e l’elenco dei partecipanti con l’indicazione dei relativi punteggi ottenuti. Questi documenti sono stati poi ripubblicati da alcuni utenti anche sui social network, ampliando di fatto il bacino di peersone che li ha visualizzati.

Interpellato in merito alla vicenda, il Garante per la Privacy ha ricordato che i soggetti pubblici sono tenuti a trattare i dati personali dei partecipanti al concorso nel rispetto di tutte le norme. Non sono consentiti, precisa l’Autorità, "livelli differenziati di tutela della protezione dei dati personali, né su base territoriale né a livello di singola amministrazione".

Di conseguenza, secondo quanto stabilito dal Garante, è possibile pubblicare online esclusivamente le graduatorie definitive dei vincitori o degli ammessi. Sulla base di tutte queste motivazioni, il Garante per la privacy ha comminato all’Inps una sanzione di 20mila euro, in considerazione dell’"elevato numero degli interessati" ma anche dell’"atteggiamento collaborativo dell’Istituto". Dopo il verdetto del Garante, infatti, l’Inps ha prontamente rimosso gli elenchi in questione dal proprio sito web.

12 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views