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Prove Invalsi 2013: uno studente su tre boicotta il test

Oggi si sta svolgendo la prova per gli studenti della scuola secondaria. In molti, però, in un sondaggio di Skuola.net, hanno confessato di non voler sostenere il test. Motivo principale? La convinzione che questo l’Invalsi sia davvero inutile.
A cura di Biagio Chiariello
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Test Invalsi ancora nell'occhio del ciclone. Uno studente su tre delle scuole superiori avrebbe boicottato la prova. È quanto hanno confessato i ragazzi stessi rispondendo all'esplicito sondaggio di Skuola.net “Prove INVALSI di seconda superiore del 16 maggio, le boicotterai?”. Non sono, dunque, solamente gli insegnanti e i genitori a tentare di ostacolare la tanto criticata prova Invalsi, ma anche gli alunni stessi, fa notare lo stesso portale. Infatti, oltre un terzo di chi avrebbe dovuto sostenere i test, circa il 37%, ha ammesso tranquillamente che non avrebbe risposto all'appello. Le motivazioni sono diverse, ma su tutte sembra vincere la convinzione che questo tipo di prove "sia davvero inutile". Ne è convinto il 38% dei ragazzi". Uno studente su cinque (20%) non accetta invece che i professori abbiano deciso di assegnare agli Invalsi un voto che farà media. Il 14% dice di aver paura che si possa in qualche modo risalire ai propri dati personali attraverso il "Questionario dello studente", un documento da compilare al termine della prova di italiano e matematica. Una paura che sembra essere ingiustificata, come ha già spiegato Roberto Ricci, Responsabile Nazionale Invalsi, in un’intervista rilasciata a Skuola.net: “Il Questionario è realizzato basandosi sulle indicazioni della legge sulla Privacy e l’Istituto conserva questi dati in maniera anonima. Se proprio uno studente ritiene di non dover dare una risposta, può tranquillamente non fornirla”. Non manca la percentuale di studenti boicottatori che afferma di aver detto "no" alla prova perché spinto direttamente dai professori a farlo. In tal senso, le motivazioni sembrano essere diverse, conclude Skuola.net: c'è chi dice di non essere pagato per correggerle (9%), chi afferma che questo tipo di test sia discriminatorio per gli studenti con disabilità (2%) e chi è fermamente contrario a essere valutato per il lavoro svolto (7%).

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