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Prosecco “fake”: produttori italiani adottano misure per vietare le imitazioni

Tempi duri per chi vorrà imitare il Prosecco. Sarà infatti formalizzato il gruppo che tutelerà il valore del marchio dalle numerose imitazioni provenienti da tutto il mondo.
A cura di B. C.
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Ha già superato lo Champagne come spumante preferito in Gran Bretagna. E proprio come il vino francese, anche il ‘nostro’ Prosecco è un marchio la cui immagine è gelosamente custodita. Tanto che i responsabili delle bollicine venete stanno adottando provvedimenti per respingere le "imitazioni" che arrivano da altri paesi europei, in particolare la Germania e la Russia, responsabili delle versioni "fake", chiamate Krossecco e Meer-Secco.

La produzione del Prosecco è strettamente controllata: solo lo spumante ottenuto dalle uve coltivate nel nord est del Veneto può fregiarsi della prestigiosa etichetta. Così si è deciso di istituire un gruppo commerciale che dovrà occuparsi della protezione del marchio. “Ci sono casi in cui il Prosecco è stato imitato, ma le caratteristiche di questi pseudo-vini non hanno nulla a che fare con il nostro Prosecco” ha spiegato Innocente Nardi del consorzio Prosecco DOCG. "Senza dubbio ciò danneggia l'immagine del Prosecco. Se il consumatore – spiega Nardi – beve una bottiglia di Prosecco-fake pensando di aver bevuto una bottiglia originale ciò è dannoso sia per il cliente stesso che per il marchio”.

“Le regole devono essere rispettate e denunceremo chi infrange le regole” dice Nardi. “L'anno scorso abbiamo addirittura scoperto uno spumante che veniva venduto alla spina come Prosecco, quando invece si sa che deve essere sempre in bottiglia” spiega ancora. L’azione di tutela del Prosecco Doc e del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg è stata messa in piedi dal Consorzio del Conegliano e dal Prosecco Doc.

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