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Processo sulla morte di Stefano Cucchi

Promosso il carabiniere indagato per falsa testimonianza nel processo Cucchi-bis

L’Arma dei Carabinieri spiega: “Un avanzamento di grado automatico, avendo maturato 7 anni di permanenza nel grado precedente, e dovuto, non essendo rinviato a giudizio”.
A cura di C. M.
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Indagato per falsa testimonianza per aver mentito ai Pm titolari del procedimento relativo alla morte di Stefano Cucchi, il carabiniere Roberto Mandolini è stato promosso da maresciallo a maresciallo capo. A riportare la notizia è il Fatto quotidiano dell'8 agosto, che spiega inoltre le accuse mosse al militare che quando Cucchi venne arrestato risultava in forza alla caserma Appia di Roma. Secondo i cronisti, Mandolini avrebbe coperto il "violento pestaggio" ai danni di Cucchi non raccontand0 la verità e nascondendo i fatti che sarebbero realmente avvenuti la sera dell'arresto del giovane romano, il 22 ottobre del 2009. Nel corso del tempo, Mandolini è passato dal grado di sottoufficiale fino a quello di maresciallo capo, inanellando una serie di promozioni del tutto legittime sotto il profilo legale.

Secondo l'accusa, Mandolini avrebbe mentito, cadendo in contraddizione, riguardo la perquisizione domiciliare eseguita la notte dell'arresto a casa dei genitori di Cucchi, oltre ad aver omesso le ragioni del mancato fotosegnalamento del ragazzo. "Il signor Cucchi mi disse che non gradiva sporcarsi con l’inchiostro per gli accertamenti dattiloscopici e fotosegnaletici. Dopo questa sua richiesta non ho ritenuto necessario farlo, visto che era una persona tossicodipendente, non l’ho voluto sforzare a fargli questa identificazione e non gli feci fare questi rilievi, dichiarò Mandolini agli inquirenti e in questa ricostruzione la Procura rileva delle contraddizioni. Le indagini relative all'inchiesta bis verranno probabilmente chiuse il prossimo settembre.

"Se si può dire che un politico non può e non deve sedersi affianco a un collega inquisito non si può promuovere un pubblico ufficiale indagato per gravi reati, che ha anche l’arroganza di mancare di rispetto alla magistratura e alla famiglia di un morto", ha commentato la sorella di Stefano, Ilaria Cucchi. In seguito alla pubblicazione della notizia, il Comando generale dell'Arma dei carabinieri ha commentato il caso con una nota ufficiale, spiegando che Mandolini "è stato promosso ‘ad anzianità' da Maresciallo Ordinario a Maresciallo Capo, decorrenza 30 giugno 2015, con decreto dell’1 agosto 2016 della Direzione generale del personale militare. Un avanzamento di grado automatico, avendo maturato 7 anni di permanenza nel grado precedente, e dovuto, non essendo rinviato a giudizio".

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