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Promessa in sposa a 13 anni per 15mila euro, denuncia il padre e fugge: “Ora cerco lavoro”

Era stata promessa in sposa a soli 13 anni per 15mila euro a Firenze: Mina ha denunciato il padre ed è riuscita a fuggire. Oggi cerca lavoro e vive con il ragazzo conosciuto online che l’ha salvata.
A cura di Gabriella Mazzeo
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foto di repertorio
foto di repertorio

A 13 anni era stata venduta dal padre come sposa per un ragazzo sconosciuto. Era stata costretta ad abbandonare la scuola e i suoi amici per sposare quel giovane, poi ha deciso di ribellarsi e denunciare. Mina (nome di fantasia) ha ripreso gli studi e si è diplomata con il massimo dei voti. Ha abbandonato il quartiere di Piagge e ora vive a centinaia di chilometri da Firenze insieme al ragazzo che ama. Ha vissuto per anni in una struttura protetta, cambiando tre volte città per sfuggire alla famiglia che voleva il ritiro della denuncia contro il padre. Ad aiutarla a cambiare vita, l'avvocato Elena Navello, che da sempre segue il suo caso. Pochi giorni fa è arrivata la sentenza d'appello bis per il padre: una condanna a 8 anni e 8 mesi di reclusione per riduzione in schiavitù. La ragazza non ha voluto risarcimento. "Mio padre è un uomo violento – racconta -. Ho spezzato ogni legame con la famiglia ormai e non intendo mantenere rapporti di nessun tipo". La corte d'assise aveva imposto al 54enne 13 anni di carcere, ma la pena fu poi ridotta 8 dai giudici d'appello. La Procura generale di Firenze ha impugnato la decisione e la Cassazione ha chiesto un nuovo processo.

A raccontare la storia il Corriere fiorentino. "Andavo ancora a scuola quando mio padre mi ha promesso in sposa per 15mila euro al mio futuro marito, tre anni più vecchio di me. I miei futuri suoceri versarono una caparra e io ricevetti una collana e un braccialetto rosso che dovevo indossa per dimostrare che ormai ero venduta – racconta -. Dovevo rimanere vergine fino al matrimonio, chiudere con la scuola e dimagrire. Se non fossi riuscita a soddisfare le richieste di mio marito, sarei stata ripudiata. Ero segregata in casa e potevo uscire solo con mia madre per la spesa". Unico mezzo di comunicazione con il mondo, un cellulare senza scheda telefonica usato per giocare a Clash of Clans online. "Così ho conosciuto Nino. Ci siamo confidati e ho deciso di ribellarmi: divoravo merendine per ingrassare e spezzare l'accordo di vendita". Poi quel ragazzo che allora aveva solo 15 anni ha allertato la polizia di Firenze. Gli agenti portarono via la ragaza dal campo nomadi e arrestarono il padre.

In aula Nino ha raccontato la loro storia. "Dopo sei mesi dalla prima chat, lei mi ha chiesto aiuto. Mi ha detto che da due anni era promessa sposa di un ragazzo ed era stata venduta per 15mila euro. Per raggiungerlo avrebbe dovuto partire per la Francia. Trascorreva le sue giornate accudendo i nipoti e pulendo casa, non poteva più andare a scuola". Secondo quanto raccontato dal ragazzo nel 2015, spesso in casa volavano minacce e botte. "Anche senza motivo. Mi raccontava che il padre la colpiva con una scarpa".

Unica concessione del padre, un vecchio telefono senza scheda sim che poi l'ha salvata. "Voleva scegliere il suo futuro e aveva anche supplicato la madre di non mandarla in Francia, ma era stato tutto inutile. Fino ad allora le mie giornate erano scandite da scuola e calcio ma dopo quel racconto tutto è cambiato. Non potevo lasciarla sola. Ogni volta che la salutavo temevo di non poterle mai più parlare. Un giorno le proposi di fuggire insieme ma lei aveva paura del padre. Una mattina del luglio 2015, mi ha chiesto di aiutarla a non partire".

Adesso i due vivono insieme e sono innamorati. Lui lavora, mentre lei è in cerca di un impiego. "Cerco lavoro come cassiera – spiega – ma è difficile. Spero che qualcuno legga la mia storia e accolga l'appello". Chiunque voglia inviare proposte di lavoro, può contattare l'avvocato della ragazza alla mail elena.navello@gmail.com

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