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Prof universitari: “scongelate gli scatti o saltano esami e lauree estive”

Alla vigilia delle sessioni di laurea e degli esami universitari – che si tengono tra giugno e luglio – migliaia di docenti a scatto congelato minacciano: basta col blocco degli scatti sugli stipendi, o si agisce subito o salta tutto.
A cura di Biagio Chiariello
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Basta col blocco degli scatti sugli stipendi che va avanti da quasi cinque anni, o per le Università italiane sarà la paralisi, proprio nei giorni più ‘caldi’ della sessione degli esami estivi e delle Lauree. E’ in sintesi quella la richiesta dei prof italiani, formalizzata in un documento, che ha già collezionato oltre 8mila firme di adesione tra i docenti di diversi atenei italiani, che sarà inviato al premier Matteo Renzi.  Il malumore dei professori è forte, soprattutto all’indomani della decisione di effettuare deroghe al blocco per altre categorie professionali, avvocati, procuratori dello Stato, forze di polizia, magistratura e il personale della scuola media superiore. “Il Premier ci ascolti o gli Atenei si bloccheranno – si legge nel documento con cui i docenti invocano lo stop agli scatti dello stipendio già per il 2014, nonché il riconoscimento, ai fini giuridici, del triennio 2011-2013 – . Perchè non si può pensare di ridare fiducia a un Paese senza valorizzare la formazione delle giovani generazioni e la ricerca scientifica. L'Università vive un profondo disagio per i tagli subiti negli ultimi anni; se con finanziamenti irrisori si sono avuti risultati notevoli e servizi ben superiori alle risorse impiegate è stato anche grazie ai nostri sacrifici", si legge ancora nel documento.

"O si agisce entro quest'anno o addio esami e lauree estive"

La storia del blocco degli scatti biennali per il personale docente è una storia che risale al 2011, quando il governo Berlusconi, per contrastare la crisi, approvò il decreto legge n.78. Dopo tre anni, il blocco è stato riproposto da parte del governo Letta anche per il 2014. "Se è vera la tante volte proclamata attenzione delle forze politiche verso le giovani generazioni, non c'è dubbio che la formazione debba essere, come già accade in altri Paese, uno dei capitoli fondamentali di investimento per la ripresa e lo sviluppo dell'Italia. Nel contesto attuale sembra invece che la classe politica punti alla demotivazione e alla perdita di efficienza del personale universitario, con gravi ripercussioni sull'intero percorso formativo dei discenti", prosegue il documento dei docenti. "I docenti, temendo che il perdurare delle difficoltà economiche possa portare a un ulteriore prolungamento del blocco, annunciano che si faranno promotori di una mobilitazione nazionale del pubblico impiego che individuerà, settore per settore, forme di azione che dimostreranno l'essenzialità dei servizi offerti", conclude il documento.

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