Prof uccisa dal marito per “invidia”: mamma e fratello vedono la nipotina ma niente ceneri in Italia
È durato qualche giorno il viaggio in Inghilterra di Mina e Ferruccio, mamma e fratello di Antonella Castelvedere, la professoressa uccisa a coltellate dal marito Ertan Ersoy la mattina del 1 giugno a Colchester, nella contea dell’Essex.
Un femminicidio, secondo gli inquirenti, dettato dall’invidia che Ersoy, 48 anni, nutriva nei confronti della moglie 52enne, titolare di una cattedra all’Università di Suffolk come docente senior di letteratura inglese e responsabile del master di scrittura creativa e critica, nonché esperta in pedagogia.
L’uomo aveva invece un contratto part-time come professore di matematica nello stesso ateneo. Secondo quanto detto a Fanpage.it dall’avvocato della famiglia Castelvedere, Alessandra Dallabona: “La mamma e il fratello di Antonella hanno sbrigato tutte le faccende burocratiche, desideravano riportare in Italia le ceneri della donna, ma non è stato possibile, verranno spedite prossimamente, dopo il nullaosta delle autorità inglesi”.
Un viaggio doloroso
Mina e Ferruccio sono partiti martedì da Bagnolo Mella, paese del Bresciano dove Antonella Castelvedere aveva trascorso la sua infanzia e giovinezza, fino al 1998, quando si era trasferita nel Regno Unito per inseguire la carriera accademica.
Obiettivo più che raggiunto, visto il brillante curriculum della professoressa e le parole di stima divulgate in questi giorni dai colleghi e della University of Suffolk, che l’hanno definita “una professionista eccezionale”. Non era andata altrettanto bene al marito della donna, Ertan Ersoy, conosciuto in un ateneo londinese.
L’uomo, di origini turco-siriane, secondo i colleghi vicini alla vittima “riceveva incarichi perché ‘marito di Antonella’ e non sopportava più un confronto così schiacciante”. Fino al gesto estremo, nella mattinata di mercoledì 1 giugno, quando la professoressa è stata finita nel suo appartamento in Wickam Road con diverse coltellate al collo e alla pancia. All’arrivo dei soccorsi, chiamati dai vicini che avevano sentito le urla, non c’era più niente da fare. La figlia della coppia per fortuna non era in casa.
Per ora niente funerale
“L’intenzione iniziale – racconta a Fanpage.it l’avvocata Dallabona – era riportare a casa le ceneri di Antonella, cremata dopo l’autopsia, già al rientro in Italia sabato sera, ma non è stato ancora possibile, quindi si dovrà attendere per i funerali, che verranno celebrati a Bagnolo Mella”. Il padre della vittima si trova in una rsa, così l’organizzazione delle pratiche è caduta sulle spalle del fratello e della madre, a cui Antonella era legatissima.
“Li sentiva ogni giorno in videochiamata – avevano detto a Fanpage.it alcuni amici di famiglia nei giorni immediatamente successivi la tragedia -. Mina era preoccupata perché la figlia le aveva detto dei problemi di coppia con Ertan, ma mai avrebbe pensato a un rischio così grave”.
La figlia in una casa famiglia
La figlia è per ora ospite in una casa famiglia in Inghilterra. Le è stata detta tutta la verità, come prevede la legge britannica e l’intenzione della nonna e dello zio materni è di ottenerne l’affidamento e portarla a Brescia, dove tra l’altro stava progettando di tornare anche Antonella, per la quale la famiglia aveva già predisposto un appartamento in città. Il breve soggiorno nel Regno Unito ha permesso a Mina e a Ferruccio di vedere la nipotina e di portarle in dono dei giochi.
Ertan Ersoy rimane in silenzio
Ersoy, arrestato inizialmente con l’accusa di sospetto omicidio, poi confermata in omicidio, è rimasto in silenzio durante l’interrogatorio degli inquirenti e non ha presentato ricorso all’accusa. All'apertura dell'inchiesta a Chelmsford la causa della morte di Antonella è stata registrata come una “ferita da coltellata al collo”.
Nei giorni scorsi, mentre l’uomo veniva ascoltato dalla Corte della Corona di Chelmsford, non sono mancate le polemiche nella cittadina di Colchester, dove risiedeva la coppia: secondo alcuni residenti ci sarebbe stato poco rispetto per il lutto, con i festeggiamenti per il giubileo di platino della regina Elisabetta che avevano portato tavoli imbanditi e festoni per le strade vicine all’appartamento del dramma.