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Prof sospeso per molestie all’università di Torino: “Foto e video in chat alle studentesse”

Secondo “Non una di meno” ci sarebbero state vittime di molestie in vari dipartimenti dell’Università di Torino ma nel mirino è finito un docente ordinario della facoltà di filosofia, accusato di aver inviato materiale fotografico e video inappropriato ad alcune sue studentesse.
A cura di Antonio Palma
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Un professore dell’università di Torino è stato sospeso per un mese senza stipendio dopo essere finito sotto accusa per presunte molestie sessuali su studentesse dell’Ateneo. È la prima conseguenza diretta della serie di segnalazioni anonime che da alcune settimane si susseguono sui presunti comportamenti inappropriati che sarebbero avvenuti nelle aule e negli uffici dell’Università di Torino.

Secondo "Non una di meno" ci sarebbero state vittime di molestie in vari dipartimenti ma nel mirino è finito un docente ordinario della facoltà di filosofia, accusato di aver inviato materiale fotografico e video inappropriato ad alcune sue studentesse. Sull’episodio è intervenuto consiglio di disciplina dell’ateneo che ha sospeso il docente in attesa di ulteriori verifiche, come ha fatto sapere il direttore dello stesso dipartimento universitario.

Sull’episodio specifico non ci sarebbero denunce dirette a forze di polizia e all’autorità giudiziaria ma solo una segnalazione in Ateneo che ha deciso di prendere provvedimenti. A carico del professore vi sarebbero diverse testimonianze ma anche le stesse comunicazioni irrispettose scambiate dall’uomo con alcune studentesse che frequentavano le sue lezioni. Dall’università mantengono il più assoluto riserbo sula natura dei messaggi che comprenderebbero però foto e video inviate via chat.

La decisione di sanzionare il docente, che non potrà tenere lezioni per un mese, però non ha placato le polemiche in università dove molti denunciano la debolezza della risposta dei vertici universitari. Nell'ateneo al campus Luigi Einaudi è attivo però da tempo uno sportello antiviolenza. Secondo i numeri dell’ultimo anno, sono state 138 le donne che si sono fermate a parlare con le operatrici nel Campus, di queste 43 hanno chiesto un primo ascolto mentre quelle effettivamente seguite ogni settimana da un punto di vista legale o psicologico sono 28.

“Questa vicenda però accende un faro che non possiamo ignorare: anche dai nostri riscontri dobbiamo ammettere che il fenomeno si è molto diffuso e questo richiede un approccio molto severo da parte dell’università. Tutti gli organi competenti dell’ateneo, dal rettore fino alla gender manager, si devono attivare per capire la reale estensione di certi comportamenti. Prendiamo molto sul serio ogni tipo di segnalazione" ha dichiarato a La Stampa Paola Maria Torrioni, docente di Sociologia all’università di Torino e referente dello sportello anti-violenza attivo in ateneo.

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