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Prof precari: risarcimento dopo sentenza UE, ma nessuna assunzione di ruolo

La Corte di giustizia europea ha stabilito che gli insegnati con contratti a tempo determinato che superano i 36 mesi di insegnamento devono essere assunti oppure indennizzati. Così è stato per una docente di Torino, precaria da 7 anni.
A cura di Biagio Chiariello
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Lo scorso 26 novembre la Corte di Giustizia europea ha dichiarato illegittima la reiterazione di contratti a tempo determinato, dopo che si siano prestati trentasei mesi di servizio. Ciò vuol dire che un docente precario, dopo tre anni di contratto a tempo determinato deve ottenere finalmente un posto suo proprio, a tempo indeterminato. E Venerdì 5 dicembre il tribunale del lavoro di Torino, primo in Italia, ha recepito e attuato quella pronuncia accogliendo il ricorso di una prof delle scuole medie superiori che, dopo aver lavorato per sette anni, sempre con contratti a tempo determinato, ha scelto di fare causa allo Stato. Pronto un risarcimento di 15 stipendi per un totale di 22 mila euro. Inoltre, sulla base di una sentenza pilota emessa dallo stesso giudice nel 2009, il giudice Daniela Paliaga ha ordinato di riconoscerle anche gli scatti di anzianità che avrebbe maturato se fosse diventata insegnante di ruolo anziché ripartire da zero ogni anno. Il Ministero della Pubblica Istruzione ha dovuto corrispondere anche la somma di 4.500 euro di spese. Non è stata però disposta l’assunzione in ruolo, possibile esclusivamente con concorso o con iscrizione nelle Graduatorie ad esaurimento.

“Un percorso di stabilizzazione dei precari non è più rinviabile, altrimenti lo Stato presta il fianco a una marea di ricorsi”, spiega a La Stampa l’avvocato Luca Angeleri che, con Chiara Carità, ha seguito la causa dell’insegnante torinese. “Lo spirito della legge del 1999 era chiaro: garantire il diritto allo studio tamponando le emergenze con personale a tempo determinato. Invece la si è utilizzata per coprire le carenze strutturali di un sistema deficitario”. In Italia ci sono tra 250 e 300 mila precari della scuola che hanno lavorato con contratti a termine per oltre 3 anni: assunti all’inizio dell’anno (settembre) e lasciati a casa alla fine (giugno) per poi tornare in classe tre mesi dopo col ritorno tra i bianchi. La loro speranza è che la situazione si sblocchi con il piano straordinario di assunzioni del personale docente precario de La Buona Scuola del Governo Renzi.

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