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Definisce ninfomane la prof su Facebook, studente finisce a processo

La denuncia dell’insegnante risale al 2010 e adesso ha portato sul banco degli imputati un suo ex studente di Novara, oggi 24enne. La prof si è detta pronta a perdonarlo in cambio di scuse e un risarcimento.
A cura di S. P.
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Degli amici che su Facebook si scambiavano aneddoti e curiosità sugli anni trascorsi a scuola e qualcuno di loro che si spingeva a parlare di una professoressa arrivando a definirla una ninfomane. Da questo episodio è scaturita una denuncia della docente in questione che ora ha portato in tribunale un ragazzo di 24 anni. A riportare il caso è La Stampa. Quattro anni fa la docente ha scoperto, grazie all’aiuto di un collega e poi del figlio, che sul social network esisteva un gruppo dedicato agli allievi del liceo artistico Casorati di Novara. Un gruppo nel quale gli studenti parlavano, appunto, della scuola e anche dei professori. In particolare una discussione era dedicata alla prof che ha poi denunciato i fatti: si intitolava “La prof è ninfomane? Aneddoti edificanti”. “Ho visto cose che voi essere umani potete solo immaginare”, aveva scritto una ragazza oppure qualcuno chiedeva “Sono l’unico ad aver visto i suoi reggicalze? Sono ancora provato da quella esperienza, non dormo la notte”. Dopo aver letto le parole offensive usate dagli alunni per parlare di lei la professoressa si rivolse alla polizia postale e quella denuncia ha portato ora sul banco degli imputati Andrea T., l’unico partecipante a quella discussione identificato durante le indagini.

“Mi sono sentita offesa” – La professoressa si è detta pronta a perdonarlo e ritirare la querela per diffamazione aggravata ma solo se il giovane andrà a scusarsi pubblicamente in tribunale. Inoltre la docente pretende un risarcimento che ha detto di voler dare in beneficenza. Il giudice ha concesso un rinvio per verificare se la vicenda possa essere conclusa per vie extragiudiziali così da evitare una condanna severa che va da 6 mesi a 3 anni o la multa. La pena cioè prevista per la diffamazione su Facebook.  “Mi sono sentita offesa – ha detto ieri la prof che ora è in pensione -. Ho insegnato per 40 anni e non ho gradito che quei commenti potessero essere letti da chiunque vedesse quella pagina”. La docente ha spiegato di ricordare il giovane imputato che “aveva una situazione familiare particolare” e non degli altri ragazzi ma di aver voluto presentare denuncia contro tutti.

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