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Prof assente 20 anni su 24, l’ispezione del 2013: “De Lio al cellulare durante le interrogazioni”

Nel 2013 tre ispettrici del Miur effettuarono delle verifiche nella classe di Cinzia Paolina De Lio, la docente di Chioggia destituita dal ruolo per 20 anni di assenze su 24 di insegnamento. Nei pochi mesi di seguito di lezioni in classe, la docente si mostrava “disattenta durante le interrogazioni” e “disorganizzata nella gestione delle lezioni”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Immagine di repertorio
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Assente per 20 anni su 24 anni di insegnamento nelle scuole di storia e filosofia. L'insegnante di Chioggia è stata destituita dal ruolo perché "incompatibile con l'insegnamento". Secondo le autorità, Cinzia Paolina De Lio, così si chiama l'insegnante, si sarebbe recata in classe per soli quattro mesi di fila, provocando le lamentele degli studenti e dei genitori. La professoressa "sembrava impreparata sulle materie di insegnamento e sul metodo per l'assegnazione dei voti".

Interpellata a commentare la decisione, la docente ha sottolineato sulle pagine di La Stampa che "non esistono versioni di una sentenza di Cassazione. Sono importanti atti e documenti, non il mio pensiero". De Lio ha promesso di fornire tutti i documenti una volta rientrata dalle vacanze al mare. "Sono una giornalista – ha affermato – e gestirò personalmente l’aspetto mediatico della vicenda. Sono disponibile a trasmettere ai colleghi che me lo chiederanno atti e documenti utili a ricostruire la verità dei fatti di questa vicenda assolutamente unica e surreale".

Stando a quanto sostenuto invece dalla giustizia e dal Ministero, De Lio si presentava spesso in classe senza i libri di testo, tanto che è scattata l'ispezione ministeriale. La Cassazione ha confermato la destituzione per la prof, bollandola di "inettitudine permanente e assoluta", malgrado il tentativo dell'insegnante di rifarsi alla "libertà di insegnamento".

Cos'è la libertà di insegnamento alla quale si appellava De Lio

Secondo la Cassazione, però, la libertà di insegnamento è intesa come autonomia didattica diretta e funzionale a una piena formazione della personalità degli alunni, titolari di un diritto allo studio. Non si tratta quindi di "libertà fine a se stessa", ma il suo esercizio è previsto attraverso l'autonomia didattica del singolo docente.

Il concetto di libertà di insegnamento comprende quindi un'autonomia nella scelta dei metodi appropriati, ma non prevede che il docente possa "non attuare alcun metodo" o che possa "non organizzare e strutturare le lezioni". Durante l'ispezione del Miur durata tre giorni e sollecitata dal dirigente della scuola secondaria di Chioggia dove la prof prestava servizio, era emerso che la docente era disattenta verso gli alunni durante le loro interrogazioni, intenta all'uso continuo del cellulare.

Le "gravi imprecisioni" accertate dal Miur in classe

Stando a quanto reso noto, la professoressa era destinataria di assegnazioni annuali di cattedra in quanto moglie di un ufficiale della Guardia di Finanza. Spesso, secondo gli studenti, si dimostrava confusa e disattenta: in una classe aveva utilizzato per la spiegazione le foto del libro di testo che servivano per fare una verifica in un'altra classe e durante le interrogazioni interloquiva con uno studente diverso da quello che doveva rispondere. Secondo il Miur, De Lio pretendeva che gli alunni le prestassero il libro di testo tutti i giorni.

Il ministero ha poi accertato "gravi imprecisioni" nel redigere i programmi finali delle classi quarte con numero diverso di ore rispetto a quelle effettivamente dedicate alle spiegazioni e argomenti mai trattati in classe. Il monitoraggio del Miur è stato effettuato nel marzo 2013  e le tre ispettrici intervenute concordavano sull'assenza di criteri sostenibili per lo svolgimento del lavoro.

Secondo quanto accertato durante l'ispezione, quando la docente spiegava si limitava alla lettura pedissequa del libro di testo preso in prestito dagli allievi, senza un filo logico nella sequenza delle lezioni e nell'organizzazione delle verifiche. Solo ora la Cassazione ha confermato la destituzione della prof riconfermando quanto già stabilito dalla Corte di Appello di Venezia nel 2021. In primo grado, invece, il Tribunale aveva dichiarato illegittimo il provvedimento di destituzione nel 2018, ritenendo che nonostante la "disorganizzazione e faciloneria" della prof, l'ispezione di 3 giorni fosse stata "troppo breve" per giudicare un'inettitudine assoluta e permanente.

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