Prodotti scaduti da 4 anni e carni scongelate da sei giorni: blitz dei Nas di Bologna in due aziende
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Le indagini dei carabinieri del Nas di Bologna nel mese di gennaio hanno rivelato gravi anomalie nella gestione delle materie prime in due aziende della provincia di Forlì-Cesena, che hanno portato al sequestro di oltre 320 chili di carne per la successiva distruzione.
Tra le principali irregolarità, figurano il scongelamento della carne e la sua conservazione per periodi prolungati senza essere cucinata, in alcuni casi fino a sei giorni, prima di essere utilizzata nel laboratorio di cucina. In altre situazioni, le date di scadenza delle materie prime venivano manipolate, estendendole anche di sei mesi oltre il limite stabilito, per poterle impiegare nella preparazione di piatti pronti destinati al commercio.
In particolare, nella prima azienda, i carabinieri hanno rilevato una prassi scorretta nel prelievo e nel decongelamento delle carni. Dopo essere state estratte dalla cella frigorifera, mantenuta a -18°C, le carni venivano conservate a temperatura positiva per un periodo che arrivava anche a sei giorni, ben oltre le 24 ore consentite dalla normativa sanitaria, prima di essere utilizzate per la preparazione dei pasti nel laboratorio. Questo tipo di comportamento, oltre a violare le normative igieniche, comprometteva la qualità e la sicurezza alimentare dei prodotti finali.
Nel caso del secondo stabilimento, le irregolarità erano legate alla manipolazione delle date di scadenza delle materie prime. Le date venivano sistematicamente estese fino a sei mesi oltre la data di scadenza originariamente stabilita, permettendo l’impiego di questi ingredienti scaduti nella preparazione di piatti pronti, poi distribuiti e venduti nel mercato. Questo comportamento non solo metteva a rischio la salute dei consumatori, ma violava anche le leggi in materia di sicurezza alimentare e tracciabilità dei prodotti.
In entrambe le aziende è stato disposto il sequestro amministrativo delle materie prime e dei piatti pronti, al fine di procedere con il loro smaltimento. Il valore complessivo del materiale sequestrato ammonta a circa 130 mila euro. I militari hanno inoltre applicato sanzioni amministrative per un totale di 8 mila euro e hanno informato le AUSL competenti, affinché adottassero le misure prescrittive e interdittive necessarie.