Processo Stefano Cucchi, pm accusa: “Depistaggi ancora oggi, dopo 11 anni”
“Ancora oggi, nel 2020, nel reparto operativo dei Carabinieri c’è qualcuno che passa gli atti a qualche imputato. Siamo stanchi di questi inquinamenti probatori che vanno avanti da 11 anni”. A dirlo, nel corso di un intervento nel processo per i depistaggi seguiti alla morte di Stefano Cucchi, è il pubblico ministero Giovanni Musarò. A processo ci sono otto militari dell’Arma. Il collegamento fatto dal magistrato durante il processo che si svolge a porte chiuse riguarderebbe – secondo quanto si apprende – alcuni documenti depositati nella scorsa udienza dal difensore di uno degli imputati e che non sarebbero stati richiesti in modo formale. “Siamo stanchi di inquinamenti – ha aggiunto il pm Musanò – e vogliamo identificare l’autore. Sono 11 anni che subiamo depistaggi che continuano”.
L'avvocato Fabio Anselmo: "Per pm c’è un Giuda, un cavallo di Troia" – "Il pm Musarò si alza e denuncia depistaggi in atto e documenti in possesso all'imputato Testarmata che non poteva avere – si legge nel post su Facebook dell'avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia di Stefano Cucchi -. C'è un Giuda, un cavallo di Troia che speriamo di identificare che fornisce atti e documenti per una verità parziale e fuorviante'. Come dire: non abbiamo finito e non finiremo mai di subire interferenze illecite", scrive Anselmo. A processo per i presunti depistaggi relativi alle cause del decesso del ragioniere romano morto nel 2009 ci sono otto miliari dell’Arma, tra cui alti ufficiali, accusati a vario titolo e a seconda delle posizioni, dei reati di falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia.