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Omicidio Saman Abbas

Processo Saman, il padre per la prima volta in Tribunale: “Sapeva che Saqib non l’avrebbe mai sposata”

Shabbar Abbas oggi per la prima volta in Tribunale dove è imputato per la morte della figlia Saman, l’avvocato: “La famiglia di Saqib gli aveva detto che mai avrebbe sposato Saman perché promesso a un’altra donna”.
A cura di Antonio Palma
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Saman Abbas e il padre Shabbar
Saman Abbas e il padre Shabbar
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Continua a proclamarsi innocente Shabbar Abbas che oggi per la prima volta è comparso in aula davanti alla Corte d'Assise di Reggio Emilia dove è imputato per la morte della figlia Saman. In mattinata infatti sono riprese le udienze del processo per la morte della 18enne di Novellara che, secondo l’accusa, sarebbe stata uccisa dai parenti perché si era opposta a un matrimonio combinato dal padre. Una udienza molto particolare, durante la quale non sono state ammesse riprese foto e video proprio perché per la prima volta era presente il principale imputato Shabbar Abbas, estradato nei giorni scorsi dal Pakistan.

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Anche se presente in aula, al momento il padre di Saman però non parlerà ma farà dichiarazioni più avanti nel corso del processo. Lo ha spiegato il suo legale, l’avvocato Simone Servillo. “Lui è provato dalla carcerazione ma molto tranquillo: non sa assolutamente chi ha ucciso Saman. Lo avete dipinto come un mostro ma è solo un padre a cui hanno ammazzato la figlia che chiede giustizia” ha dichiarato il legale.

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"Per Shabbar  i dettami dell'Islam non permettono di obbligare la figlia alle nozze"

"Shabbar dice che i dettami dell'Islam non comportano la possibilità di obbligare la figlia a un matrimonio", ha aggiunto l’avvocato, confermando che in aula verrà portata avanti la tesi dell’innocenza dell’imputato. "Shabbar a noi avvocati ha detto che quando ha avuto contatti con la famiglia del fidanzato Saqib è stato per chiedere se il ragazzo, considerate le foto che erano uscite con la figlia, avesse intenzioni serie. La famiglia gli ha risposto che mai avrebbe sposato Saman perché promesso a un'altra donna” è la tesi della difesa, che ha aggiunto: “Lui, detenuto per l'omicidio della figlia, è molto concentrato, emotivamente molto provato dalla carcerazione ma soprattutto dal fatto che gli hanno ammazzato la figlia”.

Saman e il fidanzato Saqib che la famiglia non accettava
Saman e il fidanzato Saqib che la famiglia non accettava

"Il padre di Saman non sa dove si trova la moglie"

L’avvocato di Shabbar Abbas ha assicurato che l'uomo non sa ora dove si trovi la moglie, anche lei imputata per la morte di Saman  insieme a uno zio e due cugini. Il legale si è lamentato anche del trattamento riservato al suo assistito. “Da quando lui è stato tratto in arresto, è stato prelevato nel campo dove stava lavorando, è stato portato in una prigione e lì non ha più avuto contatti con nessuno; anche noi avvocati abbiamo faticato non poco per avere dei contatti con lui e, addirittura, in piena fase dibattimentale, potevamo parlare col nostro assistito solo ed esclusivamente nelle giornate d'udienza e tramite i collegamenti via Whatsapp e quindi non c'era assolutamente la riservatezza che ci dovrebbe essere, i collegamenti erano precari ed erano pochissimi perché non era molto semplicemente possibile parlargli quando non c'era udienza. Non ho mai capito per quale motivo” ha sostenuto il legale.

Lo zio Danish e le rivelazioni in carcere ad altri detenuti

Secondo il procuratore capo di Reggio Emilia, rivelazioni potrebbero arrivare da due detenuti che avrebbe parlato in carcere con Danish, lo zio di Saman, che avrebbe fatto loro alcune confidenze sulla morte della 18enne. Il fatto emerge da un'integrazione alle indagini presentata oggi in aula dall'accusa. Secondo i pm, "una segnalazione è arrivata dal carcere di Reggio Emilia il 31 agosto scorso circa la volontà di un detenuto di rendere dichiarazioni su alcune confidenze apprese da Danish che riguardano ciò che Danish avrebbe commesso e visto e sulla sua partecipazione in relazione alla soppressione di Saman". Affermazioni poi integrate da un altro detenuto. I verbali a sommarie informazioni dei carcerati, datati 5 e 6 settembre, sono stati depositati. Al momento non se ne conosce il contenuto ma le forze dell'ordine sono state incaricate di ulteriori accertamenti sulle dichiarazioni.

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