Processo Saman Abbas, perché secondo la difesa degli imputati la versione del fratello non è credibile
Dice di voler “dare giustizia alla sorella”, e che per questo sta raccontando al processo per l’omicidio di Saman Abbas tutte quelle che sarebbero le responsabilità dei suoi familiari, dai genitori ai cugini e zio alla sbarra. Ieri, nella seconda sessione della sua testimonianza, il ragazzo ha raccontato che un tempo era come “loro”, riferendosi appunto ai familiari (e per questo gli aveva mandato una foto di Saman che baciava il fidanzato, immagine che aveva dato enormi problemi alla ragazza), ma poi sarebbe cambiato tanto da “sentirsi italiano".
Sa che quello che è successo è sbagliato e per questo dice “tutta la verità” accusando i familiari. Rispondendo prima ai difensori degli imputati, poi alle parti civili e infine alla Procura, il 18enne ha ricostruito molti aspetti, dalle botte in famiglia al padre Shabbar ubriaco e violento.
E ha raccontato la sua versione della sera dell’omicidio di Saman Abbas, il 30 aprile 2021 a Novellara (Reggio Emilia). Una versione che secondo le difese non sarebbe credibile. Il perché? Il fratello di Saman ha raccontato di aver visto, dalla porta di casa, la scena dello zio Danish che prendeva per il collo Saman e gli altri due cugini imputati, tra le serre.
Il ragazzo ha utilizzato le mani e il tavolino per mostrare movimenti e distanze e due bottigliette di plastica, per indicare le serre dietro a cui dice di aver scorto i cugini. Ma per l’avvocato Liborio Cataliotti, difensore dello zio Danish Hasnain, le condizioni di luce non avrebbero consentito di vedere a quella distanza.
Un attacco, quello della difesa dello zio a processo, al quale una risposto l’avvocata Barbara Iannuccelli, difensore di Saqib, fidanzato di Saman. "Quando il ragazzo era sulla porta quella notte – dice Iannuccelli – le luci della casa erano accese e la porta era aperta. Quindi c'era una sufficiente fonte luminosa per consentirgli di vedere bene Danish che uccideva Saman, il volto dei suoi cugini e la mamma e il padre lì fermi che guardavano. A che serve fare le prove di notte ‘con la luna' come riferiscono gli altri avvocati, se le luci di casa erano spente?”. L’avvocata ha definito “inaccettabile” l’attacco alla credibilità del testimone.