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Processo per estorsione a una proprietaria terriera: Messina Denaro giudicato col rito abbreviato

Il boss mafioso ha chiesto e ottenuto di sentire in aula le due presunte vittime. Nell’interrogatorio precedente il boss si era difeso dalla accusa di estorsione alla famiglia di un prestanome: “Quel terreno era nostro”.
A cura di Biagio Chiariello
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Matteo Messina Denaro
Matteo Messina Denaro

Sarà processato con il rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena, Matteo Messina Denaro nel processo che lo vede accusato di estorsione ai danni di una proprietaria terriera davanti al gup Di Gioia. La richiesta del capomafia di Castelvetrano, arrestato lo scorso gennaio, era condizionata all'esame delle persone offese: Giuseppina Passanante, figlia di un prestanome del boss, e il marito che, secondo l'accusa, Messina Denaro avrebbe minacciato per riavere un suo terreno a loro intestato fittiziamente.

L'ex capo di Cosa Nostra si era difeso smentendo ogni responsabilità e sostenendo di essersi limitato a scrivere una lettera alla donna per riavere ciò che in realtà era suo. Ora ha chiesto e ottenuto dal gup di sentire in aula le due presunte vittime. Il processo è stato rinviato a settembre quando le due persone offese saranno citate. L’istanza è stata avanzata al giudice dalla legale del boss, Lorenza Guttadauro, che è anche sua nipote.

Messina Denaro, detenuto a L’Aquila al 41 bis dal giorno della cattura avvenuta il 16 gennaio scorso, non ha partecipato all’udienza. L’accusa era rappresentata dal pm della dda Gianluca De Leo.

Nei giorni scorsi il procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido e i pm della Dda Piero Padova e lo stesso De Leo hanno interrogato Messina Denaro.

L’interrogatorio è durato tre ore. Per il padrino, che finora non si è mai avvalso della facoltà di non rispondere, è il terzo interrogatorio dall’arresto. Messina Denaro da qualche settimana è stato dimesso in buone condizioni e di buonumore dall’ospedale San salvatore dell’Aquila dove era ricoverato nel reparto di urologia per intervento non invasivo che, secondo quanto si è appreso, non sarebbe da collegare direttamente al tumore al colon contro il quale combatte da anni.

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