Omicidio Giulia Cecchettin

Processo omicidio Cecchettin, Turetta non è in aula. La nonna di Giulia: “Io ci avrei messo la faccia”

Al via il processo a Filippo Turetta per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. “Nessuna spettacolarizzazione della vicenda, non è un processo ai femminicidi, ma ad un singolo imputato”, ci tiene a precisare il procuratore capo Bruno Cherchi. A proposito della sua assenza in tribunale, il suo avvocato spiega: “Gli ho suggerito io di non presentarsi in aula oggi”
A cura di Biagio Chiariello
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Giulia Cecchettin e la nonna Carla Gatto
Giulia Cecchettin e la nonna Carla Gatto
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A quasi un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin, è iniziata oggi lunedì 23 settembre la prima udienza del processo a Filippo Turetta, in corte d'Assise, all'interno della Cittadella della Giustizia di Piazzale Roma a Venezia.

L'imputato è accusato di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione, crudeltà, efferatezza, sequestro di persona, occultamento di cadavere e stalking. Rischia l'ergastolo.

Turetta non sarà in aula, la nonna di Giulia: "Io ci avrei messo la faccia"

Turetta però non sarà in aula, in sintonia con la linea difensiva del suo team difensivo. Una scelta che Carla Gatto, la nonna materna di Giulia, non ha apprezzato: "Se fossi stato in lui ci avrei messo la faccia, sarei stata qui presente", dice a Fanpage.

Chi è presente è invece Gino Cecchettin, il padre di Giulia, che però ha fatto sapere che probabilmente non sarà alle prossime udienze. "Per lui sarà difficile rivivere tutto: troppo dolore. Ho provato a dargli la mia forza perché lui è stato davvero macinato dalla vita, è stato trattato male da questa vita", dice la suocera dell'uomo.

Sui genitori di Turetta, Carla Gatto si limita a riferire: "Non li abbiamo più sentiti". Quindi un ricordo della nipote: "Giulia era sempre allegra, era gioiosa. Ricordatela così, come la ricordiamo noi".

Procuratore: "Nessuna spettacolarizzazione della vicenda"

"Voglio specificare che questo non è un processo contro i femminicidi, ma un processo contro un singolo soggetto che si chiama Filippo Turetta e che risponderà dei fatti che gli vengono contestati". Sono le parole del procuratore capo Bruno Cherchi che ha seguito il caso dell'omicidio Cecchettin. "Non dobbiamo spostare questo grado a obiettivi più ampi perché si rischia di snaturare totalmente il processo" specifica a Fanpage.

"Il processo non è uno studio sociologico generale, ma l'accertamento di responsabilità di singoli" chiosa il procuratore. E ancora: "Capisco la spettacolarizzazione per un fatto di cronaca come questo, ma ciò che è importante è quanto avviene nell'aula di giustizia e non altrove" ribadisce Cherchi.

Il procuratore capo Bruno Cherchi
Il procuratore capo Bruno Cherchi

A proposito della decisione di Turetta di non presentarsi in aula, prova a spiegare: "Forse la pressione mediatica lo ha indotto a non essere qui. E se fosse questo, sarebbe grave. Ma non so davvero quali siano le motivazioni".

L'avvocato di Turetta: "Ho suggerito io di non presentarsi in aula oggi"

Davanti alla Corte d'Assise di Venezia, anche l'avvocato Giovanni Caruso, che difende Turetta: "Il processo a suo carico deve puntare a comprendere se il giovane merita la pena di giustizia e quale sia, ma non un processo in cui la spettacolarizzazione possa autorizzare a fare del giovane il vessillo di una battaglia culturale contro la violenza di genere".

Il legale della difesa si è infatti opposto alla costituzione di parte civile delle associazioni che ne hanno fatto richiesta.

E sulla sua assenza chiarisce ai nostri microfoni: "Sarà al processo quando verrà il momento. Ma oggi visto il contingentamento e sulla base di quanto è stato stabilito ineccepibilmente dal Presidente della Corte, ho suggerito io di non presentarsi". Caruso ha confermato che il suo assistito non sarà collegato in video conferenza.

Ha collaborato Chiara Daffini 

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