Processo Meredith, motivazioni: “Nessuna prova di colpevolezza”
Secondo i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Perugia, “Manca la prova di colpevolezza” per Amanda Knox e Raffaele Sollecito. I due sono stati scarcerati lo scorso 3 ottobre perché non colpevoli della morte di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia nel novembre del 2007. Nelle 144 pagine di motivazioni che dovevano essere depositate entro il prossimo 3 gennaio, a tre mesi dall’assoluzione, si legge che non vi è alcun motivo per accusare Amanda e Raffaele di omicidio. In sintesi, “non spetta a questa Corte prospettare quale possa essere stato il reale svolgimento della vicenda, né se l’autore del reato sia stato uno o più di uno, né se siano state o meno trascurate altre ipotesi investigative”.
Motivazioni
Ciò che resta confermato dal primo appello, precedente al secondo appello, che ha visto l’assoluzione di Amanda e Raffaele, è l’accusa di calunnia ai danni di Patrick Lumumba da parte della Knox, che ha già scontato la sua pena. Ombre anche sulla veridicità dell’alibi e sulla testimonianza del teste Marco Quintavalle, che avrebbe visto Amanda entrare nel suo negozio di primo mattino, il 2 novembre del 2007. Per il resto, tutti gli aspetti che avevano portato i giudici a condannare Amanda e Raffaele sono venuti meno. Come si legge nelle motivazioni della sentenza: “Tutti gli altri elementi sono venuti meno nella loro materialità: così è per l'ora della morte, accertata dalla Corte d'Assise di primo grado intorno alle 23 e individuata da questa Corte intorno alle 22.15; così è per i risultati delle indagini genetiche effettuate dalla polizia scientifica e per l'analisi delle impronte e delle altre tracce rilevate all'interno dell'abitazione di via della Pergola, e, conseguentemente per l'individuazione dell'arma del delitto e per la presenza di Raffaele Sollecito e Amanda Knox al momento del delitto: così è per la ritenuta simulazione della penetrazione nella casa di via della Pergola mediante effrazione della finestra o per il comportamento tenuto dai due imputati nei giorni successivi”.
L'arma del delitto
Tra gli elementi principali per i quali non è stato più possibile ritenere Amanda e Raffaele colpevoli, l’arma del delitto. Al riguardo, la Corte spiega semplicemente: “Il coltello che in primo grado era stato ritenuto l’arma del delitto non lo è. Se si prescinde dalle analisi genetiche viene meno qualsiasi elemento obiettivo significativo della ritenuta utilizzazione del coltello”. Ad escludere l’ipotesi che Meredith Kercher sia stata ammazzata con quel coltello, “è la considerazione delle modalità del suo rinvenimento, nel cassetto della cucina di Sollecito insieme alle altre posate di uso domestico”. La sentenza, infine, stabilisce che non è confermata “l’ipotesi del necessario concorso di più persone nel reato”.