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Processo Ciro Grillo

Processo Grillo jr, avvocati: “Domande da Medioevo? No, solo per accertare verità”, arrivano minacce sui social

L’avvocata Cuccureddu, difensore di Francesco Corsiglia, uno degli imputati, avrebbe fatto alla ragazza “domande troppo intime”. Gli attacchi nei suoi confronti sui social saranno oggetto di una denuncia che sarà presentata nelle prossime ore dalla stessa Antonella Cuccureddu.
A cura di Biagio Chiariello
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Ciro Grillo (foto Instagram)
Ciro Grillo (foto Instagram)
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Non è passata inosservata la strategia difensiva di Ciro Grillo, figlio dell'ex fondatore del Movimento 5 Stelle, ieri al Tribunale di Tempio Pausania, in Sardegna, nell'ambito del processo per stupro di gruppo insieme a tre suoi amici. “Perché non ha morso nel rapporto orale?” oppure "Ci può spiegare come le sono stati tolti gli slip?", sono solo alcune delle domande poste dall'avvocata Antonella Cuccureddu, alla giovane italo-norvegese, che nel luglio del 2019 ha accusato Grillo jr e i suoi amici.

Nei confronti della legale sono arrivate minacce sui social. "Non mi lascio intimidire", ha detto Cuccureddu, intenzionata a presentare anche una denuncia. "Il presidente e pubblico ministero mi hanno pubblicamente manifestato la loro più piena e totale solidarietà invitandomi a denunciare le minacce che sto ricevendo in queste ore sui profili social", ha spiegato dopo quasi sei ore di esame della presunta vittima che, secondo l'avvocato di parte civile è uscita da tribunale "stanca e provata".

"Gli accusati e i loro difensori devono avere il diritto, riconosciuto dalla Costituzione e dalla legge e disciplinato in udienza dal giudice, di condurre il controesame nel modo che ritengono più utile per la difesa; le presunte vittime devono avere il diritto di essere protette e tutelate nei luoghi e nelle forme a ciò destinati, senza la trasformazione del processo penale in improprio strumento di tutela e di contrasto ai fenomeni; i giudici devono essere rispettati quando ammettono, consentono ovvero propongono direttamente domande che, per quanto poco piacevoli, sono ritenute necessarie per l‘accertamento della verità" ha detto ancora l'avvocata.

"Domande da Medioevo", le aveva definite il legale Dario Romano che insieme con l'avvocata Giulia Bongiorno rappresenta la vittima. Un controesame stigmatizzando da diverse associazioni con Ilaria Boiano, avvocata di Differenza Donna, che ha parlato di "vittimizzazione secondaria" della vittima e l'ex presidente della Camera Laura Boldrini" che ha espresso "tanta rabbia" per quelle domande apparse sulla stampa: "‘Come le hanno tolto gli slip?'. ‘Perché non ha dato un morso?'. A leggere la cronaca dell'udienza vengono i brividi", ha osservato

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