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Omicidio Giulia Cecchettin

Processo Filippo Turetta: il papà e la sorella di Giulia Cecchettin tra i testimoni. Solo uno per il 22enne

Lunedì 23 settembre inizia il processo allo studente 22enne accusato dell’omicidio premeditato dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Ammessi in aula solo 20 cittadini e altrettanti giornalisti. Non sarà presente invece Filippo Turetta, che rischia l’ergastolo.
A cura di Biagio Chiariello
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Filippo Turetta
Filippo Turetta
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La prima udienza del processo a Filippo Turetta, il 22enne rinchiuso nel carcere veronese di Montorio per il femminicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin, è fissata per la mattina di lunedì 23 settembre.

Difficilmente il ragazzo sarà nell'aula, all'interno della Cittadella della Giustizia di Piazzale Roma, a Venezia, la cui capienza massima è di venti cittadini e venti giornalisti. Altri 18 posti a sedere saranno a disposizione delle parti processuali.

Si tratterà chiaramente di un processo con una risonanza nazionale, ma senza troppe telecamere (saranno ammesse solo quelle della Rai).

I legali dell’imputato, gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera hanno confermato che non chiederanno per il loro assistito la perizia psichiatrica, tuttavia la Corte ha la facoltà di chiederla anche d'ufficio.

Hanno chiesto invece che difesa del loro cliente venga ascoltato il solo medico legale di parte. Il 22enne di Torreglia è accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, efferatezza, stalking ed occultamento di cadavere. Rischia l'ergastolo.

Non saranno sentiti i genitori di Turetta, mentre tra i testimoni dell'accusa ci sarà il padre e la sorella di Giulia Cecchettin. Ma anche alcune amiche della ragazza il cui cadavere fu rinvenuto lo scorso 18 novembre in una scarpata tra Piancavallo e Barcis, pochi giorni prima che il suo ex fidanzato fosse fermato mentre provava a fuggire in auto in Germania.

Tra i teste presenti anche la persona che sentì le urla della giovane aggredita nel parcheggio vicino a casa e naturalmente i carabinieri che hanno preso parte alle indagini e i consulenti medico legali. Non Turetta, quindi, il cui obiettivo, ancora prima di evitare il carcere a vita, è quello di sfuggire ad un processo mediatico. Obiettivo a cui punta anche Stefano Manduzio, presidente della Corte, che in tale ottica ha emanato il provvedimento che vede ridotti al minimo i posti disponibili per la stampa.

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