L'Eternit è stata una tomba per centinaia di persone, ma oggi l'amianto ha seppellito anche la giustizia italiana. Avere i miliardi e affrontare un processo in Italia significa trovare il modo di tirare la molla della giustizia, estenderla fino al punto di rottura e poi, godersi una prescrizione che chiude la vicenda giudiziaria e ai parenti delle vittime non assicura nemmeno l'ultimo scampolo d'idea di giustizia: il risarcimento dei danni. No, non è un film americano in cui l'avvocato coraggioso, il malato terminale e un giudice illuminato riescono a inchiodare alle responsabilità il vecchio industriale senza cuore. In Italia la sceneggiatura è diversa, c'è un finale amaro e senza consolazione alcuna. Il processo Eternit è prescritto, la colpa è di tutti (quindi di nessuno) chi muore giace e chi vive si dovrà dare pace. Ma esisterà pace nei cuori di coloro che videro morire gli affetti più cari per negligenze e omissioni? Da Casal Monserrato e Cavagnolo, Piemonte a Napoli-Bagnoli, fino a Rubiera in Emilia Romagna: togliamo dalla mappa questi luoghi attraversati dalla morte: la Repubblica Italiana non è stata in grado di proteggerli e tutelarle chi lì abitò e morì.