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Processo escort: tre ragazze mentirono ai giudici sulle notti con Berlusconi, condannate a 2 anni

Vanessa Di Meglio, Sonia Carpentone e Barbara Montereale, ospiti delle serate a casa dell’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, sono state condannate a 2 anni di reclusione.
A cura di Davide Falcioni
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Due anni di reclusione. È questa la pena che il Tribunale di Bari ha inflitto a tre delle quattro ragazze accusate di aver mentito sulle notti di sesso con l'ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, risalenti al periodo compreso tra il 2008 e il 2009. La pena è stata inflitta alle imputate Vanessa Di Meglio, Sonia Carpentone e Barbara Montereale, ospiti delle serate a casa dell'ex primo ministro italiano.

Assolta invece Roberta Nigro insieme all'ex autista di Tarantini, Dino Mastromarco, ai sensi dell'articolo 384 dei Codice penale perché – ha ritenuto il giudice – non potevano essere obbligati a rispondere alle domande a loro poste dalle parti perché dalle loro risposte poteva derivare una incolpazione ai loro danni.

Le false testimonianze sarebbero state rese nel corso del processo "escort", che si è concluso nei mesi scorsi con la condanna definitiva in Cassazione a 2 anni e 10 mesi di reclusione per Tarantini, responsabile di aver reclutato alcune ragazze da portare nelle residenze private di Berlusconi affinché si prostituissero.

"Dovevo dormire all'hotel de Russie e invece mi sono ritrovata bloccata a palazzo Grazioli perché Tarantini non rispondeva al telefono – ha raccontato Vanessa Di Meglio – Abbiamo bevuto, ci sono state effusioni ma a livello superficiale, tipo baci, tipo preliminari… ma senza atti sessuali…". Bugie, per il pubblico ministero D'Agostino, che nella richiesta di rinvio a giudizio contestava invece le intercettazioni in cui la donna chiedeva a Tarantini "Chi paga, chiediamo a lui o a te?" e il giorno seguente la festa lo informava di essere stata ricompensata da Berlusconi "con un importante regalo".

Stesso copione per Sonia Carpentone e Roberta Nigro nonché per Barbara Montereale, che davanti al tribunale raccontò di essere stata ingaggiata da Tarantini come ragazza immagine per una festa a casa Berlusconi e di aver percepito mille euro. Secondo gli inquirenti, invece, a palazzo Grazioli si sarebbe prostituita, ricevendo in cambio due buste con 5.000 euro dal premier dell'epoca.

La richiesta di rinvio a giudizio era stata formulata anche per Berardino Mastromarco, autista di Tarantini che negò di conoscere le ragioni per cui quelle donne venissero accompagnate nelle ville del presidente. Dalle intercettazioni – dice la procura – "emerge la sua piena consapevolezza del giro di prostituzione e del pagamento di utilità alle ragazze".

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