Processo Durini, primo faccia a faccia tra il padre di Noemi e Lucio Marzo: “Chiedere scusa non basta”
"Deve pagare per quello che ha fatto. Deve pagare tutta la famiglia, suo padre e sua madre che lo hanno aiutato. Ma fin quando sarà in aula davanti a loro non dirà mai quello che è veramente accaduto, chi c'era con lui, chi lo ha aiutato". È lo sfogo di Umberto Durini all'uscita dall'aula del Tribunale dei Minorenni dove si è celebrata l'udienza preliminare per l'omicidio della diciassettenne di Specchia. Il della ragazza venne trovato 10 giorni dopo la sua scomparsa sotto un cumulo di pietre in località Castrignano del Capo (Lecce). Secondo quanto appurato dall'autopsia la vittima sarebbe morta soffocata dopo che era stata percossa, accoltellata e sepolta sotto un cumulo di pietre.
L'udienza di oggi è stata la prima occasione in cui i genitori di Lucio Marzo e quelli di Noemi Durini si sono visti faccia a faccia. L'imputato, il diciottenne Lucio Marzo, accusato di aver ucciso la fidanzata il 3 settembre 2017 ha ammesso il delitto e ha chiesto scusa ai genitori della ragazza. "Ho perso la testa, lei voleva uccidere i miei genitori, chiedo scusa alla famiglia" queste le parole pronunciate al cospetto della madre e del padre di Noemi, che così commenta. "Le scuse non bastano. In casi come questo – ha aggiunto – si chiede perdono non si chiede scusa". Poche parole da parte della madre di Noemi, Imma Rizzo: "L'ho visto sereno, come sempre", ha detto riferendosi a Lucio.
Scioccante il commento dei genitori di Lucio Marzo, invece, che all'uscita dall'aula hanno gridato ai giornalisti: "Siamo orgogliosi". Il riferimento è la motivazione con la quale, in aula, il diciottenne ha giustificato il delitto, ovvero che Noemi avrebbe avuto intenzione di uccidere i signori Marzo.