Processo Ciro Grillo, teste chiave della difesa non si presenta per la terza volta: sentenza più vicina

È stata revocata dal Tribunale la testimonianza del teste chiave della difesa nel processo a carico di Ciro Grillo e tre suoi amici, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, per il reato di violenza sessuale di gruppo. L’uomo infatti non si è presentato oggi per la terza volta in aula al tribunale di Tempio Pausania e il collegio giudicante, presieduto dal giudice Marco Contu, ha deciso di revocare il testimone, ritenendo la sua deposizione ormai superflua.
Svolta al processo Ciro Grillo, cosa succede ora
Con questa decisione, a questo punto del dibattimento, la sentenza del processo si avvicina sempre di più. In mancanza della testimonianza del giovane, molto amico della principale accusatrice dei quattro e a sua volta tirato in ballo per un caso di violenza sulla donna, le udienze inevitabilmente saranno ridotte e si potrebbe arrivare alla sentenza già in primavera.
Il giovane infatti era l'ultimo nella lista dei testimoni della difesa e con la sua rinuncia si potrà iniziare con la requisitoria. Il giovane, era considerato un teste chiave dagli avvocati degli imputati per dimostrare l’inattendibilità dei racconti dell’accusatrice.
Il teste accusato di violenza aveva negato tutto
La studentessa infatti lo aveva accusato di averla violentata in un campeggio in Norvegia, un anno prima del presunto stupro in Costa Smeralda avvenuto la notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 nella villetta a schiera di proprietà della famiglia Grillo a Porto Cervo.
Un fatto che la ragazza non aveva mai denunciato formalmente e che quindi non ha mai portato a un procedimento giudiziario. Il ragazzo chiamato in causa ha negato a distanza qualsiasi violenza, sostenendo che la ragazza gli avrebbe anche chiesto scusa per aver mentito. Convocato per ben tre volte, però, ha preferito non arrivare mai in Italia nonostante sia certa l'avvenuta notifica della convocazione in Norvegia, dove vive.
Dopo l'udienza di questa mattina, che avrebbe dovuto avere al centro del dibattimento proprio l'attesa testimonianza, gli avvocati hanno discusso se procedere con una richiesta di rogatoria internazionale e sentire il teste in videoconferenza ma il giudice ha deciso che la sua testimonianza è ormai superflua.