Processo Ciro Grillo, ma lui non si presenta in aula. Cosa hanno detto i legali della ragazza
È cominciata oggi 6 luglio la terza udienza a porte chiuse presso il tribunale di Tempio Pausania del processo per violenza sessuale di gruppo, denunciata nel luglio 2019 da una giovane italo-norvegese oggi 22enne, a carico di quattro imputati: Ciro Grillo, figlio di Beppe Grillo del M5S, e tre suoi amici genovesi. Tutti accusati anche di violenza nei confronti di un'amica milanese della ragazza, che li ha denunciati. Edoardo Capitta e Vittorio Lauria si sono presentati. Mentre lo stesso Grillo e l'imputato Francesco Corsiglia non erano in aula.
“Ci riteniamo soddisfatti perché oggi sono emersi degli atti che certificano lo stato psichico fisico della ragazza” dopo lo stupro. Sono le parole dell’avvocato Dario Romano, che con Giulia Bongiorno rappresenta la parte civile della presunta vittima dello stupro in Costa Smeralda che sarebbe avvenuto nel luglio di tre anni fa. Dalle chat sarebbero emerso che la ragazza dopo la presunta violenza sessuale ha confidato a un’amica di essere stata ubriaca. Particolare che per la difesa di parte civile conferma che mancava il consenso ai rapporti sessuali con i quattro giovani.
I vicini di casa della villa di Beppe Grillo, e alcune persone di servizio di un altro residence adiacente, hanno sostenuto di non avere sentito grida quella notte del luglio di tre anni fa, ma soltanto “chiacchiere” e “canzoni”. Insomma, nulla che facesse pensare a uno stupro di gruppo, il reato di cui la procura di Tempio Pausania accusa i quattro ragazzi.
Ma per la difesa di parte civile “non cambia nulla”. “Questo non è uno stupro avvenuto in mezzo alla strada – dicono Bongiorno e Romano all‘Adnkronos – quindi non è rilevante sapere se qualcuno ha sentito le urla. Questo contesto è completamente diverso. Mai la ragazza ha detto di avere gridato, anzi al contrario ha detto sempre di avere perso conoscenza e di essere stordita”.