Processo a Ciro Grillo, l’amica di Silvia conferma: “Mi ha raccontato dello stupro di gruppo”
Alla fine, dopo esitazioni e amnesie, è arrivata la deposizione della ragazza che avrebbe raccolto le confidenze della giovane italo-norvegese che accusa di stupro il figlio del fondatore del M5s Ciro Grillo e tre suoi amici genovesi. Tra le due ragazze, amiche fin dai tempi delle scuole dell'infanzia, ci sarebbe un forte rapporto confidenziale, tanto che Silvia avrebbe inviato ad Adelaide alcune fotografie tramite Snapchat nelle quali si vedrebbero dei lividi e dei segni sulle sue braccia.
All'inizio la testimone ha detto di ricordare poco, tanto che il procuratore Gregorio Capasso ha dovuto fare ricorso ai verbali dei carabinieri per ricevere delle risposte compiute. Così l'amica della presunta vittima di Grillo e degli amici di quest'ultimo, ha confermato le confidenze ricevute.
Stando al suo racconto, Silvia l'avrebbe chiamata la notte stessa delle presunte violenze dicendo di averle subite mentre si trovava in uno stato di incapacità totale, offuscata dall'abuso di alcol.
Ha anche aggiunto, come detto, di aver ricevuto delle immagini che attesterebbero che sarebbero stato fatto uso della forza durante il rapporto.
“La deposizione della teste di oggi ci dà un riscontro dell’autenticità su quanto dichiarato dalla mia assistita”, ha commentato all’ANSA Giulia Bongiorno, l’avvocata che tutela Silvia. La legale non era presente oggi in Tribunale a Tempio dove si è tenuta la settima l'udienza del processo per violenza di gruppo su due ragazze, la notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 a Porto Cervo, che vede imputati Ciro Grillo e tre suoi amici genovesi