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Processione sotto casa del boss, la figlia: “Difendo mio padre, applauso commovente”

I Carabinieri non hanno dubbi: la processione del Cristo Morto ha deviato per passare sotto casa del boss. Davanti alla sua abitazione, a San Michele di Ganzaria, come si evince dai video, ci sarebbe stato un omaggio a “Zio Ciccio” La Rocca oltre che un “caloroso ed emozionante” applauso.
A cura di Fabio Giuffrida
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Cosa è successo a San Michele di Ganzaria, nel catanese, lo scorso 25 Marzo? Durante la processione del Cristo Morto, secondo indiscrezioni di stampa, il percorso ufficiale sarebbe stato improvvisamente mutato per passare sotto casa del boss Francesco La Rocca, in carcere ad Asti. Nessun inchino, forse, in Piazza Monte Carmelo dove abitava "zio Ciccio"; c'è stato, invece, un applauso da parte dei suoi familiari più stretti. Ma il vero problema sta alla radice, riferiscono i residenti: si è trattato quasi di una sommossa popolare per via dei cambiamenti di percorso imposti dalla Curia. Da una parte i "tradizionalisti", dall'altra gli "innovatori": nessuno voleva che il percorso storico venisse modificato.

Dal video diffuso in serata dai Carabinieri si nota che la bara con il Cristo morto devia il percorso previsto e viene seguita da poche decine di persone fermandosi proprio sotto casa del boss La Rocca (sul balcone uno stendardo rosso, ndr). Dopo un caloroso applauso, l'urna scende per la via Umberto I e si ricongiunge con la stragrande maggioranza dei fedeli. Gli inquirenti dovranno capire se si è trattato o meno di un omaggio al boss di San Michele di Ganzaria.

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La figlia: "Difenderò mio padre fino alla fine dei suoi giorni"

"Zio Ciccio", così lo chiamavano a San Michele di Ganzaria, ha sempre partecipato alla processione del Cristo Morto al punto che sono saltate fuori alcune sue foto, quando era ancora libero. "Mio padre, cosiddetto ‘boss', è da 11 anni che manca da casa. Come potrebbe obbligare un cambio di tragitto di una processione che da cento anni percorre le stesse vie? Il ‘boss' si trova ad Asti, ben lontano da qui" scrive la figlia. "Le foto rivelano la sua fede di buon cristiano e, se il tragitto è stato deviato, è stato solo per volere del popolo" ha precisato. Poi parla del padre, riservandogli parole di stima ed affetto: "Una persona da voler bene, degna di essere rispettata non per pretese ma perché ha sempre voluto bene i suoi paesani ed è stato ricambiato". La donna, poi, ammette che qualcosa, in effetti, è accaduto: "Di lui hanno tutti un bel ricordo e per questo [c'è stato, ndrquel bellissimo e caloroso applauso dinanzi casa mia, molto commovente ed emozionante per dimostrare che mio padre è un grande uomo […] Ne siamo fieri e lo difenderemo fino alla fine dei suoi giorni" ha concluso.

La figlia di "Ciccio" La Rocca, poi, si rivolge direttamente alla Procura di Caltagirone: "Ma su cosa state indagando? Non so fin da quanto tempo avevano pianificato il tutto per il 25 Marzo e premeditato ogni cosa. Vi dichiaro colpevoli per l'omicidio premeditato di un uomo morto sentenziato all'ergastolo diversi anni fa. Mio padre, degna persona, dichiarato ‘boss'.. ma di cosa? Che senso ha ferire un uomo morto moralmente? Per chiudere i vostri processi di mafia, dovevate cercare i colpevoli altrove, non a San Michele di Ganzaria".

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Il Sindaco: "Ho tolto la fascia tricolore"

Intanto i Carabinieri hanno inviato l'informativa alla Procura di Caltagirone – diretta da Giuseppe Verzera – che dovrà accertare eventuali responsabilità e far luce sulla vicenda. 17 le persone indagate: molti di loro sono i portatori della bara del Cristo morto; il reato ipotizzato è turbativa dell'ordine pubblico. Il vescovo di Caltagirone, Mons. Calogero Peri, invece, ha sospeso temporaneamente tutte le processioni: "Dopo quanto avvenuto, è necessario fermarsi".

Ai nostri microfoni, il Sindaco di San Michele di Ganzaria, Gianluca Petta, ha riferito che non ci sarebbe stato alcun inchino e che l'applauso, invece, sarebbe stato soltanto un gesto di "pochi sconsiderati che si assumeranno le loro responsabilità". Sindaco che, poi, nel momento in cui la processione è stata deviata, si è tolto la fascia tricolore: "Non si può accettare che le regole non vengano rispettate". Anche se non vengono condivise dalla comunità. "Le forze dell'ordine hanno fatto un breve summit e hanno deciso di non bloccare la manifestazione per evitare disordini sociali" ha concluso il Sindaco che è già stato sentito dalla Procura di Caltagirone, insieme al parroco. "Le immagini sono esplicative e molto eloquenti perché fanno chiarezza sulla dinamica dell'accaduto" è il commento del procuratore Verzera.

I precedenti

Di recente, a Paternò, nel corso della festa di Santa Barbara, due comitati organizzativi – alla guida delle cosiddette "varette" – hanno reso omaggio al figlio del boss, facendo un inchino reverenziale sulle note de "Il Padrino". A Catania, invece, era stata documentata la sosta sospetta di una candelora sotto casa del presunto boss durante la processione di Sant'Agata, terza festa al mondo per partecipazione popolare. Mesi fa, infine, il Questore Marcello Cardona è intervenuto per far rimuovere i manifesti che annunciavano il battesimo di un bambino e che riportavano la scritta "Questa creatura meravigliosa è cosa nostra".

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