Scuola, in Piemonte cambiano le regole: alla primaria tutti a casa in Dad con un solo positivo
Con il decreto approvato dal governo il 5 gennaio, il governo ha istituito una differenziazione nel trattamento dei casi di Covid-19 tra gli studenti, puntando a regole più flessibili e a una differenziazione per i bambini delle scuole primarie: per loro niente DAD nel caso di un contagio in classe, ma chiusura in caso di due contagi. Il principio dietro questa norma è stato quello di cercare di evitare il più possibile la didattica a distanza per una categoria di studenti, dai 6 agli 11 anni, che in caso di studio a casa pesa particolarmente sul carico familiare, costringendo almeno uno dei genitori a chiedere permessi per seguire i propri figli.
Proprio questa norma per le scuole primarie però si sta risultando inapplicabile alla prova dei fatti, spingendo le ASL della Regione Piemonte ad adottare misure più restrittive a scopo cautelativo, come la messa in quarantena della classe anche con un solo caso di positività, in situazioni di alta circolazione del virus come quella in cui ci troviamo ora.
"In considerazione della curva epidemica – si legge nel documento a firma di Angela Gallone, dirigente del SISP, il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica della Regione Piemonte – si propone la DAD e la messa in quarantena della classe per 10 giorni con un solo caso di positività, prevedendo un ritorno in classe dopo 10 giorni a seguito di un tampone antigenico negativo, anche effettuato in farmacia. In caso di assenza di tampone il rientro in classe è previsto dopo 14 giorni".
La norma sulle scuole primarie concepita dal governo, in questa situazione, non funziona, e la DAD con 2 studenti positivi è messa temporaneamente nel cassetto, ma perché? Apparentemente potrebbe sembrare che sia il sistema di tamponi delle ASL ad essere entrato in crisi e che il superamento delle norme del governo sulla DAD per le primarie sia dovuto a una carenza organizzativa da parte del sistema sanitario piemontese, ma anche se è vero che in Piemonte è complicatissimo prenotare un tampone, le cose non stanno così.
Il decreto di gennaio del governo Draghi ha stabilito che per le scuole primarie, con un solo caso di positività, ci si organizzi per un rientro immediato a scuola a fronte di un tampone antigenico per tutta la classe entro il giorno successivo al contagio: in caso di tampone negativo per tutti gli altri bambini, l'intera classe può tornare a fare lezione in presenza avendo cura di fare un secondo tampone a 5 giorni dal primo, in modo da tutelare e tenere sotto controllo la diffusione del contagio.
La situazione epidemiologica però è diversa da quella che ci si aspettava, con la norma per le primarie concepita forse per Delta, più che per la contagiosissima Omicron, e la regola del doppio tampone per un contagio in classe è rapidamente risultata obsoleta, se non controproducente. Per come funziona il contagio, il tampone effettuato dalle classi nel giorno zero consente sì il rientro in classe, ma amplifica le infezioni: sono molti i casi delle classi che hanno continuato le lezioni dopo un giro di tamponi negativi per poi ritrovarsi, dopo 5 giorni, con mezza classe contagiata.
È per questo motivo che in Regione Piemonte sono corsi ai ripari, applicando quella parte del decreto del governo che prevede che le ASL possano autonomamente decidere di applicare la quarantena preventiva di 10 giorni alle classi, riammettendole in presenza solo previo tampone negativo gratuito da effettuarsi presso le farmacie.
Rimane lo sconcerto dei genitori, che sono convinti che i propri figli siano in autosorveglianza, come da decreto del Governo di fine anno, invece sono in quarantena preventiva e quindi dovrebbero restare a casa perché potenzialmente contagiosi. Questa carenza di informazioni getta nella confusione le famiglie con figli alle primarie, che si trovano inspiegabilmente in quarantena, senza ricevere chiamate dalla ASL per i tamponi, e naturalmente con il computer acceso alle 9 del mattino per cominciare la DAD quotidiana.