Prima prova Maturità 2019, Cristiano Gatti: “Ritrovarsi tra Sciascia e Ungaretti fa soggezione”
Non capita tutti i giorni di essere citati tra le tracce della Maturità. E, quando succede, può rivelarsi una grande sorpresa. Così è stato per il giornalista e scrittore Cristiano Gatti, che si è ritrovato tra i nomi citati in questa prima prova degli esami di Maturità 2019, tra Ungaretti e Sciascia. Classe 1957, nato a Bergamo, Gatti è un giornalista sportivo, autore anche di diversi romanzi come "La grande idea" (2003), "L'amore sublime" (2005), "Memo e il generale" (2009) e "Negli anni l'amicizia" (2016). Quest'anno ha pubblicato "Romanzo impopolare. La vera storia della scomparsa di una banca e dei suoi 120mila azionisti. Perché un intero territorio è stato spolpato e perché può accadere ancora". La traccia d'attualità sottoposta dal Miur a oltre 500mila studenti prende spunto proprio da un suo articolo in cui commemorava Gino Bartali, l'eroe del Tour de France del 1948, che, durante la Seconda Guerra Mondiale, riuscì ad aiutare tanti ebrei rischiando in prima persona. Nel pezzo Cristiano Gatti rievocava la sua figura, esaltandolo come una delle grandi figure del Novecento italiano. Fanpage.it ha chiesto al diretto interessato un commento.
Com'è ritrovarsi tra gli autori citati nella prima prova degli esami di Maturità?
Non posso negare che è stata davvero una bella sorpresa. Ritrovarmi tra Sciascia e Ungaretti mette una certa soggezione. All'inizio, neanche ci credevo. Quando stamattina me l'hanno detto alcune vecchie compagne di liceo che fanno parte delle commissioni d'esame mi sembrava assurdo. Sono davvero contento. É un po' come tornare sui banchi di scuola, ma da un'altra prospettiva.
Cosa ricorda del suo esame di maturità? Quale traccia scelse?
Nel 1976, quando sostenni anche io l'esame di maturità, c'erano meno opzioni rispetto ad adesso. Meno tracce e, di conseguenza, meno possibilità di scelta. Mi ricordo che decisi di fare quella artistico-letteraria su Giacomo Leopardi. Anche quest'anno ci si aspettava che uscisse lui e, invece, le cose sono andate diversamente.
Può dirci qualcosa in più sull'articolo da cui prende spunto la traccia del Miur?
In quell'articolo celebravo l'albero posto nel Giardino dei Giusti a Gerusalemme in memoria di Gino Bartali. Fu uno di quelli che aiutò il popolo ebraico durante gli anni delle persecuzioni naziste. Allora, Bartali era ai vertici della popolarità, ma rischiò ogni cosa per aiutare gli ebrei. Trasportava nei tubi della bicicletta dei documenti importanti e fu talmente umile da non pavoneggiarsi mai, in seguito, per questa storia. Era un grande esempio di umiltà.
Ha già parlato con degli studenti che hanno scelto proprio questa traccia? Che significato ha per lei?
Mi hanno chiamato molti amici dicendomi che i loro figli hanno svolto questo tema. Anche dalle statistiche che ho visto in giro sembra che, insieme all'analisi del testo sulla poesia di Ungaretti, sia la traccia più scelta. La cosa mi riempie d'orgoglio, perché è il segno che anche i giovani hanno colto la bellezza di questa storia umana. Insieme a quella di Dalla Chiesa, anche la figura di Bartali mette in risalto quanto possiamo realizzare di straordinario, pur essendo delle persone comuni.