Prima di morire Papa Francesco ha donato 200mila euro ai detenuti: “Erano soldi dal suo conto”

Poco prima di morire Papa Francesco ha donato a monsignor Benoni Ambarus, il responsabile della carità e della pastorale carceraria a Roma, 200mila euro per il pastificio del carcere minorile di Casal del Marmo.
Lo ha rivelato in un'intervista a Repubblica lo stesso ‘don Ben', come lo chiamava il Pontefice deceduto il 21 aprile. "Gli avevo detto che abbiamo un grosso mutuo per questo pastificio e che se fossimo riusciti ad abbatterlo avremmo abbassato il prezzo della pasta, ne avremmo venduta di più e assunto altri ragazzi", ha raccontato.

"Lui mi ha risposto, ‘Ho finito quasi tutti soldi ma ho qualcosa ancora sul mio conto‘. E mi ha dato 200mila euro", ha aggiunto il vescovo.
"Con il testamento, vengo a sapere che verrà seppellito grazie a un benefattore. Perché lui ha donato tutto se stesso agli ultimi", ha detto ancora monsignor Ambarus.
"Da lunedì mi arrivano in continuazione messaggi di chi dice di sentirsi orfano. Ieri alcuni detenuti mi hanno chiesto di mettere sulla tomba di Francesco un fiore da parte loro. E invece – ha annunciato il vescovo ausiliare di Roma, senza entrare nei dettagli – sto lavorando perché i suoi figli prediletti possano essere ai funerali. Vedremo che cosa riusciremo a fare".
L'ultima visita di Bergoglio, avvenuta il 17 aprile, il Giovedì Santo, era avvenuta proprio in carcere, a Regina Coeli. "Ricordo un uomo stanco, che si trascinava, ma urlava con la sua presenza il bisogno di attenzione ai detenuti. Si è trascinato per loro, fino all'ultimo respiro. Per questo i carcerati in lui vedevano la speranza. Per loro è morto un padre", ha sottolineato ancora ‘Don Ben'.
"Chiedeva di fare di più per ridare dignità alle persone. In occasione di questo Giubileo aveva chiesto uno sforzo. Ma non c'è stata una traduzione completa dei suoi appelli. Come sullo sconto della pena", ha aggiunto il vescovo.
L'apertura della Porta Santa a Rebibbia, la seconda dopo quella di San Pietro, è stata "la cifra del suo pontificato. – ha detto Ambarus – Quando su loro richiesta mi sono fatto portavoce con il Papa per aprire una Porta Santa, lui è stato entusiasta. Era un modo per riaccendere la luce sul mondo dei detenuti".