video suggerito
video suggerito
Morte Papa Francesco

Prima di morire Papa Francesco ha donato 200mila euro ai detenuti: “Erano soldi dal suo conto”

Poco prima di morire Papa Francesco ha fatto una donazione a monsignor Benoni Ambarus, responsabile della carità e della pastorale carceraria a Roma, per il pastificio del carcere minorile di Casal del Marmo. Lo ha rivelato lo stesso ‘don Ben’, come lo chiamava il Pontefice: “Mi ha detto: ‘Ho finito quasi tutti soldi ma ho qualcosa ancora sul mio conto’. E mi ha dato 200mila euro”.
A cura di Eleonora Panseri
71 CONDIVISIONI
Papa Francesco e il saluto ai detenuti del carcere di Regina Coeli dopo la visita del 17 aprile 2025.
Papa Francesco e il saluto ai detenuti del carcere di Regina Coeli dopo la visita del 17 aprile 2025.
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Poco prima di morire Papa Francesco ha donato a monsignor Benoni Ambarus, il responsabile della carità e della pastorale carceraria a Roma, 200mila euro per il pastificio del carcere minorile di Casal del Marmo.

Lo ha rivelato in un'intervista a Repubblica lo stesso ‘don Ben', come lo chiamava il Pontefice deceduto il 21 aprile. "Gli avevo detto che abbiamo un grosso mutuo per questo pastificio e che se fossimo riusciti ad abbatterlo avremmo abbassato il prezzo della pasta, ne avremmo venduta di più e assunto altri ragazzi", ha raccontato.

Monsignor Benoni Ambarus, il responsabile della carità e della pastorale carceraria a Roma.
Monsignor Benoni Ambarus, il responsabile della carità e della pastorale carceraria a Roma.

"Lui mi ha risposto, ‘Ho finito quasi tutti soldi ma ho qualcosa ancora sul mio conto‘. E mi ha dato 200mila euro", ha aggiunto il vescovo.

"Con il testamento, vengo a sapere che verrà seppellito grazie a un benefattore. Perché lui ha donato tutto se stesso agli ultimi", ha detto ancora monsignor Ambarus.

"Da lunedì mi arrivano in continuazione messaggi di chi dice di sentirsi orfano. Ieri alcuni detenuti mi hanno chiesto di mettere sulla tomba di Francesco un fiore da parte loro. E invece – ha annunciato il vescovo ausiliare di Roma, senza entrare nei dettagli – sto lavorando perché i suoi figli prediletti possano essere ai funerali. Vedremo che cosa riusciremo a fare".

L'ultima visita di Bergoglio, avvenuta il 17 aprile, il Giovedì Santo, era avvenuta proprio in carcere, a Regina Coeli. "Ricordo un uomo stanco, che si trascinava, ma urlava con la sua presenza il bisogno di attenzione ai detenuti. Si è trascinato per loro, fino all'ultimo respiro. Per questo i carcerati in lui vedevano la speranza. Per loro è morto un padre", ha sottolineato ancora ‘Don Ben'.

"Chiedeva di fare di più per ridare dignità alle persone. In occasione di questo Giubileo aveva chiesto uno sforzo. Ma non c'è stata una traduzione completa dei suoi appelli. Come sullo sconto della pena", ha aggiunto il vescovo.

L'apertura della Porta Santa a Rebibbia, la seconda dopo quella di San Pietro, è stata "la cifra del suo pontificato. – ha detto Ambarus – Quando su loro richiesta mi sono fatto portavoce con il Papa per aprire una Porta Santa, lui è stato entusiasta. Era un modo per riaccendere la luce sul mondo dei detenuti".

71 CONDIVISIONI
148 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views