Pretende il ricovero di un bambino e aggredisce un pediatra: “Preso a calci in faccia mentre era a terra”
Ha preteso il ricovero immediato di un bambino fingendosi un medico, poi ha aggredito un pediatra accortosi del tentato raggiro. L'ennesima brutale aggressione ai danni di medici è avvenuta al Policlinico di Catania, dove Pierluigi Smilari è stato preso a calci e pugni dallo sconosciuto. Colpito al volto anche un collega, Piero Pavone.
I fatti risalgono alla giornata di venerdì 3 gennaio. Il bambino era stato accompagnato da un presunto medico, risultato poi non iscritto all’ordine, che pretendeva il ricovero immediato del piccolo paziente. Quando il dirigente medico si è accorto che l'uomo aveva fornito false generalità ha chiesto spiegazioni a lui, a un genitore e a una terza persona presente.
A quel punto è stato aggredito con pugni e calci. "È stato massacrato, gli hanno rotto la parte alta del naso e l'hanno preso a calci in faccia mentre era a terra, provocandogli anche un vistoso versamento sotto l'occhio. Alterna sconforto e avvilimento all'esaltazione per le moltissime manifestazioni di affetto", ha detto il legale della vittima, Francesco Siracusano, al sito lasiciliaweb.it.
Il pediatra è ancora sotto choc dopo la brutale aggressione. Il responsabile e le persone che erano con lui sono fuggite a bordo di alcuni motorini, guidati da cinque-sei individui che erano rimasti in attesa fuori dalla struttura. Il dirigente medico è stato curato nel pronto soccorso dell'ospedale e i colleghi lo hanno giudicato guaribile in 20 giorni.
"Questo signore aveva il bavero sollevato e un berretto calato sul volto. Il dottore ha preso un colpo ed è caduto, mentre tentava di ripararsi dalla furia non ha potuto nemmeno capire se ad aggredirlo era una sola persona o più di una", ha spiegato il legale.
"Deve aver visto qualcosa di più il suo collega, Piero Pavone, che è intervenuto per aiutarlo e si è ritrovato con due denti in meno per un pugno al volto. Anche una signora che era lì in sala d'attesa è stata spinta via", precisa.
"Questo gravissimo episodio rappresenta non solo un atto di violenza fisica, ma un grave attacco al sistema sanitario e alla convivenza civile", afferma il Codacons che si costituirà parte civile, mettendo a disposizione il proprio pool di legali penalisti e civilisti per fornire assistenza completa ai medici vittime di aggressioni.
"Questo clima di insicurezza – aggiunge – mina non solo la serenità degli operatori sanitari, ma anche il diritto dei cittadini a un sistema sanitario efficiente e sicuro".