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Presunto patto di Amica Chips e Pata per spartirsi il mercato degli snack: Antitrust avvia istruttoria

Secondo l’Agcm, le due società si sarebbero coordinate sui prezzi per ripartirsi la clientela. Il procedimento arriva dopo una segnalazione di un whistleblower nel marzo 2024.
A cura di Giovanni Turi
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Istruttoria dell'Agcm verso Amica Chips e Pata (credits: Amica Chips e Pata, via Facebook)
Istruttoria dell'Agcm verso Amica Chips e Pata (credits: Amica Chips e Pata, via Facebook)

Un coordinamento sui prezzi di vendita delle buste di patatine chips per ripartirsi i clienti, alterando e restringendo la sfera concorrenziale. Con questa motivazione l'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha dato il via a un'istruttoria nei confronti delle società Amica Chips e Pata, due tra i principali produttori degli snack a base di patata in Italia. E con fette di mercato nel settore (dal valore di 580 milioni di euro) rispettivamente del 24 e 29%.

Tutto è partito dalla segnalazione anonima di un whistleblower il primo marzo 2024. La presunta intesa sarebbe legata alla produzione e al commercio delle patatine e interesserebbe catene di rilievo della grande distribuzione: Esselunga, Carrefour, Coop, Conad, Lidl, Aldi, MD e Penny.

Già ieri, mercoledì 25 settembre, i funzionari dell'Autorità, con il sostegno del Nucleo Speciale Antitrust della guardia di finanza, hanno svolto ispezioni nelle principali sedi di Amica Chips e Pata, ma anche presso un altro soggetto ritenuto in possesso di elementi utili all'istruttoria.

L'Autorità, sotto la guida di Roberto Rustichelli, ipotizza che le due società si sarebbero coordinate "quantomeno nel 2024" per ripartire tra di loro la clientela, mantenendo così i prezzi ad un livello sovra-concorrenziale. E mette in evidenza che "un'intesa volta a mantenere artificialmente più elevato il prezzo da praticare alla Gdo per i prodotti private label è idonea altresì a ridurne la capacità concorrenziale nei confronti dei prodotti a marchio proprio e, quindi, a condizionare l'intero mercato all'ingrosso di chips, con un'inevitabile ricaduta sui prezzi praticati ai consumatori finali".

Sulla vicenda dice la sua il Codacons: "Qualsiasi intesa restrittiva della concorrenza ha effetti negativi diretti sui consumatori, determinando un rialzo illegittimo dei prezzi al dettaglio. Tali pratiche hanno come conseguenza diretta quella di impedire la riduzione dei prezzi al dettaglio, e mantenere artatamente i listini sopra determinati livelli, costringendo gli utenti a maggiori esborsi economici".

La notizia del procedimento, la cui conclusione dovrà essere contenuta entro il 30 giugno 2026, arriva dopo che Amica Chips, appena pochi giorni fa, aveva ottenuto l'approvazione dal Consiglio comunale di Castiglione delle Stiviere (Mantova) per un progetto di ampliamento del suo stabilimento che si allargherà su una superficie di circa 6.000 metri quadrati.

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