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Presto potrebbe essere obbligatorio un dispositivo “salva-bambini” per i seggiolini dell’auto

Una proposta di legge per introdurre i dispositivi “salva-bambino” in automobile è ferma in Parlamento da tre anni. Ora la commissione Trasporti della Camera vuole introdurre l’obbligo di uso di questi dispositivi nel codice della strada.
A cura di Stefano Rizzuti
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La commissione Trasporti della Camera vuole introdurre l’obbligo per i conducenti dei veicoli di dotarsi di un disposto anti-abbandono nel caso in cui venga trasportato un bambino con una statura inferiore al metro e mezzo. Dopo i recenti casi di bambini abbandonati in auto, come quello della bimba morta dopo essere stata lasciata all’interno di un veicolo a Castelfranco di Sopra, nell’aretino, in Parlamento si è tornati ad affrontare il tema dell’abbandono dei minori in auto e si sta ora tentando di inserire l’obbligo dell’utilizzo di una sorta di allarme all’interno del codice della strada.

Alcuni emendamenti presentati durante l’esame del testo che introduce alcune modifiche al codice della strada regolamentato dal decreto legislativo n. 285 del 30 aprile 1992, hanno proposto l’introduzione di questo dispositivo all’interno delle automobili che trasportano bambini con almeno un metro e mezzo di statura. Le proposte di emendamenti in materia sono arrivate sia dal Pd e dal relatore del provvedimento, il presidente della commissione Michele Meta, sia dai deputati di altre forze politiche: Ap, Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Mdp e Lega.

L’emendamento di Michele Meta prevede di inserire, al termine del primo comma dell’articolo 172 del decreto legislativo sul codice della strada, la frase: “Il conducente del veicolo, qualora abbia tra i passeggeri un bambino di statura inferiore a 1,5 metri, ha l’obbligo di dotarsi ed utilizzare dispositivi anti-abbandono”. Il compito di stabilire le caratteristiche tecnico-costruttive e funzionali del dispositivo, secondo l’emendamento presentato da Meta, spetterebbe a un “decreto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge”.

La richiesta di un segnale sonoro d’allarme obbligatorio è stata invece avanzata nell’emendamento presentato da Vincenzo Garofalo, di Ap. La proposta è quella di rendere obbligatorio un “dispositivo sonoro di allarme il cui funzionamento si attiva quando la cintura di sicurezza del seggiolino per i bambini è allacciata ed è azionato il meccanismo di chiusura elettrico o meccanico del veicolo stesso”, specificando che si attivi quando il veicolo è “a motore spento”. In sostanza, un vero e proprio allarme che scatta quando il bambino è seduto sul seggiolino e la macchina non è in moto.

Il dispositivo anti-abbandono anche per gli animali viene invece richiesto dall’emendamento presentato in commissione da Deborah Bergamini e Sandro Biasotti di Forza Italia, i quali chiedono che “i possessori di patente per la guida di autoveicoli” si dotino e utilizzino “strumenti per la salvaguardia dei bambini e animali attraverso l’applicazione degli stessi per la rilevazione automatica della dimenticanza nei veicoli”.

L’articolo 172 del codice della strada (dal titolo “Uso delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta per bambini”), che l’eventuale approvazione di questi emendamenti potrebbe modificare, specifica che “il conducente e i passeggeri dei veicoli delle categorie M1, N1, N2, N3, muniti di cintura di sicurezza, hanno l’obbligo di utilizzarle in qualsiasi situazione di marcia”. “I bambini di statura inferiore a 1,50 m – recita ancora l’articolo – devono essere assicurati al sedile con un sistema di ritenuta per bambini, adeguato al loro peso, di tipo omologato secondo le normative”.

La proposta sui dispositivi anti-abbandono era bloccata da anni

La norma sui dispositivi anti-abbandono è bloccata in Parlamento da tre anni: nell’ottobre del 2014 il deputato di Sel Gianni Melilla depositò una proposta di legge in cui si chiedeva la modifica del codice della strada in modo da poter rendere obbligatoria l’installazione di sensori acustici in macchina, proponendo di aggiungere dopo le parole dell’articolo 172 riferite “al loro peso” la frase “e dotato di un dispositivo di allarme antiabbandono”. Formula ripresa in alcuni degli emendamenti presentati in questi giorni in commissione sul tema. La proposta di Melilla è stata ‘dimenticata’ nei cassetti della Camera per quasi tre anni nonostante sia anche stata discussa in Aula e inserita in altri disegni di legge, non venendo però mai approvata. “Siamo sempre tutti d’accordo e ogni volta la norma viene accantonata, mi auguro che dopo questa tragedia governo e maggioranza abbiano consapevolezza di quanto sia immorale perdere altro tempo”, aveva affermato lo stesso Melilla – ora con Mdp – dopo il caso di Arezzo.

Il brevetto italiano

Nella proposta di legge di Melilla si suggeriva “l’esistenza di un brevetto italiano, premiato dal Centro nazionale delle ricerche e messo a punto da un gruppo di studenti di un istituto tecnico di Bibbiena”. Un dispositivo denominato “seggiolino salva-bimbi”, in grado di segnalare “la presenza del bambino nel seggiolino quando si spegne il motore e si chiude la portiera dell’automobile”.

La discussione sulle modifiche al codice della strada è ripresa il 19 giugno 2017 con la presentazione di un testo che è ora all’esame della commissione Trasporti di Montecitorio. Il provvedimento riguarda, come ricordato durante le precedenti sedute della commissione, le modifiche al decreto legislativo del 1992 “in materia di sanzioni relative all’utilizzo di apparecchi radiotelefonici e cuffie sonore alla guida, di sistemi di sicurezza dei seggiolini per bambini, di utilizzo dei proventi derivanti dalle sanzioni amministrative pecuniarie e di limiti alle emissioni acustiche dei quadricicli leggeri”. Il presidente della commissione, Michele Meta, ha ricordato durante i lavori del 5 luglio che si è “unanimemente convenuto di non inserire nel testo disposizioni concernenti l’obbligatorietà di un dispositivo antiabbandono sui seggiolini per il trasporto sicuro dei minori”, decidendo di “trattare le suddette tematiche, per i profili di complessità che presentano, in fase di esame degli emendamenti”. Nelle modifiche del codice della strada rientrano anche altri punti riguardanti, le “disposizioni in tema di pubblicità della destinazione dei proventi delle sanzioni irrogate per violazioni al Codice della strada”. Tra gli emendamenti presentati, uno (del M5s) propone di introdurre il divieto di fumare alla guida, sanzionandolo con multe da 81 a 236 euro, e un altro chiede di introdurre una distanza di sicurezza per le auto che vogliono sorpassare una bicicletta, dovendo mantenere una distanza laterale di almeno 1,5 metri dai ciclisti. Il testo sulle modifiche del codice della strada che si sta esaminando in questi giorni mette insieme una serie di proposte di legge presentate negli anni in Parlamento e in alcuni consigli regionali.

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