Preside entrava nei server e cambiava voti agli studenti, bufera sul liceo di Lamezia: 9 indagati
In un liceo Lamezia Terme vi era un clima di "sottomissione generale del personale docente" nei confronti della preside che, secondo la Procura, si introduceva nei server e cambiava voti agli studenti a suo piacimento. È quanto emerge da una inchiesta della Procura di Catanzaro appena giunta a conclusione e che vede coinvolti la dirigente scolastica, sette docenti e un maresciallo della Guardia di Finanza loro amico.
Le ipotesi di reato contestate agli indagati a vario titolo sono di accesso abusivo a un sistema informatico, falso ideologico e materiale e persino maltrattamenti. Questi sarebbero avvenuti nei confronti di alcuni docenti che avrebbero avuto un atteggiamento critico sulla gestione dell’istituto da parte della preside. "Era solita anche offendere con insulti" alcuni insegnanti dissidenti, secondo l'accusa che parla di permessi negati e ostacoli alla loro partecipazione alle attività.
Secondo l'accusa, proprio i voti di alcuni di questi docenti sarebbero stati oggetto di revisioni da parte della preside attraverso un accesso illegittimo ai registri online dei professori. In alcuni casi i voti si abbassavano, in altri venivano alzati, sempre all'insaputa dei docenti. Varie le materie ritoccate, da Latino a Fisica passando per Storia dell’arte. Di solito pare fossero piccoli ritocchi di un voto verso l'alto o il basso che magari il docente si rifiutava di mettere.
I fatti sarebbero avvenuti lo scorso anno scolastico e sarebbero emersi dopo le indagini avviate a seguito di alcune segnalazioni arrivate in Procura l'anno precedente per maltrattamenti su docenti. Comportamenti che per gli inquirenti rappresentano "abuso dei poteri o violazione dei doveri inerenti alla propria funzione".
Nei confronti dei docenti coinvolti, invece, l'accusa della Procura calabrese è quella di aver alterato ore di attività o fogli di presenza degli alunni alle attività extra per cui percepivano compenso. Il finanziere infine si sarebbe introdotto nel sistema informatico delle forze dell'ordine per prendere informazioni su procedimenti penali a carico di alcuni docenti sui quali stava lavorando la Procura.