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“Prendete i bambini, sono stremato”: papà e tre figli rischiano di annegare, salvati da due giovani Carabinieri

Due giovani Carabinieri liberi dal servizio, Giovanni Da Silva, 23 anni, e Lucio Berardesca, 27, hanno salvato tre bimbi e un papà che rischiavano di affogare nelle acque di Cala Liberotto, frazione di Orosei, in Sardegna. Fanpage.it ha intervistato il più giovane dei due che ha preso servizio da meno di un mese: “Abbiamo agito seguendo l’istinto”.
A cura di Eleonora Panseri
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I due Carabinieri che hanno salvato un papà e tre figli a Orosei: Giovanni Da Silva, 23 anni, e Lucio Berardesca, 27.
I due Carabinieri che hanno salvato un papà e tre figli a Orosei: Giovanni Da Silva, 23 anni, e Lucio Berardesca, 27.

Si sono gettati in mare senza esitazione e sono riusciti a salvare tre bimbi e un papà che rischiavano di affogare nelle acque di Cala Liberotto, frazione di Orosei, in Sardegna. Protagonisti di questa storia a lieto fine sono due Carabinieri della Stazione di Bitti che in quel momento erano liberi dal servizio: Giovanni Da Silva, 23 anni, e Lucio Berardesca, 27.

Fanpage.it ha intervistato il più giovane dei due che ha preso servizio da meno di un mese e che per ‘puro istinto', come ci ha raccontato, ha portato a termine il complesso intervento insieme al collega. I fatti si sono svolti domenica 21 luglio.

Il Carabiniere Giovanni Da Silva, 23 anni.
Il Carabiniere Giovanni Da Silva, 23 anni.

Come vi siete accorti che c’era qualcosa che non andava?

Mentre ci trovavamo sulla spiaggia per passare una giornata di mare, abbiamo sentito un gruppo di persone urlare: ‘Stanno annegando, aiutateli!'.

Quindi, noi ci siamo immediatamente alzati per capire cosa stesse succedendo e abbiamo visto che i pochi bagnanti presenti erano allarmati perché vedevano un padre con tre bambini che non riusciva a tornare a riva.

Cosa vi ha spinto a intervenire immediatamente? Cosa avete pensato sul momento?

È stato puro istinto. Ci ha spinto a intervenire l'altruismo che ogni Carabiniere possiede e deve possedere, il ‘fare del bene' aiutando gli altri è una cosa molto importante per noi. Siamo abituati a intervenire subito quando la gente è in difficoltà, senza esitazione.

Sul momento abbiamo pensato che l'arrivo dei soccorsi non sarebbe stato abbastanza tempestivo, siamo intervenuti comprendendo la situazione di grave pericolo in cui si trovavano i bambini e il genitore.

Quali sono state le difficoltà dell’intervento? Come hanno reagito le persone che si trovavano in pericolo?

Il mare era molto agitato, c'era una forte corrente marina e un forte vento di maestrale che rendevano molto difficoltoso il rientro sul bagnasciuga. Nuotando verso di loro abbiamo visto negli occhi del padre e dei bambini un grande spavento. Ricordiamo ancora la parole del papà: ‘Per favore, prendete i bambini, io sono stremato, non ce la faccio più'.

Anche noi eravamo affaticati ma non abbiamo perso tempo nel raggiungerlo insieme a una terza bambina. Siamo stati aiutati in quel frangente anche da un altro bagnante che ci ha dato una piccola tavola galleggiante, con la quale abbiamo soccorso le persone in difficoltà.

Avete avuto paura? Cosa avete provato durante l’intervento?

Il nostro timore era quello di non riuscire a salvare tutti, anche in considerazione della forte corrente che rendeva difficile il raggiungimento del papà e dei bambini in pericolo.

Come vi siete sentiti dopo aver saputo che le persone soccorse stavano bene?

Ci siamo sentiti soddisfatti e fieri di aver compiuto una cosa del genere, riuscendo a portare in salvo più persone. Questo per noi è motivo di orgoglio. I bambini e il padre erano in buona salute e non hanno avuto bisogno di cure mediche. Il papà prima di andare via ci ha ringraziato per averli salvati.

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