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Prende 3 multe da autovelox diversi in pochi minuti, giudice ne cancella due: “Riconosciuta unica condotta”

Un automobilista vicentino di 32 anni ha presentato ricorso per tre multe per eccesso di velocità registrate da tre autovelox diversi nell’arco di pochi minuti ed è riuscito a farne annullare due. A pronunciare la sentenza, che potrebbe costituire un precedente importante, è stata la giudice di pace del tribunale di Padova. Il legale del 32enne: “Sistemi di sicurezza non siano usati per fare cassa”.
A cura di Eleonora Panseri
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Immagine di repertorio
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Ha preso tre multe per eccesso di velocità registrate da tre autovelox diversi nell'arco di pochi minuti ma, presentando ricorso, è riuscito a farne annullare due e ne pagherà soltanto una con una piccola maggiorazione.

Il protagonista di questa storia, raccontata dal Giornale di Vicenza, è un automobilista vicentino di 32 anni. A pronunciare la sentenza, che potrebbe costituire un precedente importante sul tema controverso dei sistemi di sicurezza stradale, è stata la giudice di pace del tribunale di Padova Cecilia Bagni.

"Ha vinto il buonsenso", ha commentato l'avvocato Alberto Maule, il legale che ha presentato ricorso per il caso del 32enne. Come riporta il quotidiano locale, i fatti risalgono al 30 luglio, quando tra le 2.37 e le 2.40, l'automobilista è passato di fronte a tre autovelox mentre stava rientrando a casa da Treviso, installati nel Comune di Fontaniva e nel territorio comunale di Carmignano di Brenta.

Avendo superato il limite di velocità fissato a 70 chilometri all’ora, per di più in orario notturno, l’ammontare complessivo delle tre multe, recapitategli nel mese di settembre, era di 733,11 euro. L’automobilista ha pensato che fosse giusto pagare la prima ma non le altre due e ha deciso di affidarsi all’avvocato Maule per chiedere l’annullamento.

Il legale a quel punto si è rivolto alla giudice, trovando però l’opposizione delle amministrazioni comunali coinvolte. Il ricorso è stato accolto parzialmente alcuni giorni fa, martedì 9 gennaio: il primo verbale è stato confermato, mentre gli altri due sono stati annullati. È stato inoltre applicato il cumulo previsto dalla legge, l’automobilista di pagare 300 euro, con uno sconto di più di 400.

"Pur rilevandosi la regolarità della cartellonistica stradale sia di pre segnalazione che di postazione di rilevamento della velocità, nonostante la posizione dei Comuni interessati che avevano chiesto il rigetto del ricorso, ritenendole tre distinte violazioni commesse con tre “distinte” condotte, il giudice di pace, correttamente e con buonsenso, si è uniformato a quella che è sempre più una giurisprudenza sul punto, anche in forza di una recente pronuncia della Corte costituzionale – sottolinea il legale – confermando che l’unicità della condotta, e quindi l’applicabilità del cosiddetto “cumulo giuridico”, deve concretamente valutarsi in relazione alla sostanziale contestualità in termini di durata dell’azione".

Come si legge nell’articolo 198 del Codice della strada, "chi con una azione od omissione vìola diverse disposizioni che prevedono sanzioni amministrative pecuniarie, o commette più violazioni della stessa disposizione, soggiace alla sanzione prevista per la violazione più grave aumentata fino al triplo".

Altri tribunali hanno rigettato i ricorsi, in quanto gli orari sarebbero stati parecchio distanti uno dall’altro, e non si sarebbe potuto parlare di una condotta unitaria. "Nel caso del mio assistito parliamo invece di pochi minuti dalla prima alla terza – spiega Maule -, alla stessa posizione e alla medesima velocità della vettura, è una forzatura pensare che si trattino di tre condotte diverse, e di conseguenza è stato applicato il cumulo giuridico, confermando il primo verbale, con piccolo aumento, annullando i due successivi. Mi pare nel complesso di cogliere, se vogliamo, in relazione al diffondersi e al corretto uso normativo di questo temperamento che in molti casi ha attenuato effetti distorsivi di questo marchingegno, peraltro utile a fini di sicurezza stradale, una crescente opposizione a sistemi votati più a rimpinguare le casse comunali piuttosto che a perseguire finalità di sicurezza stradale", conclude l'avvocato.

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