Pregliasco su rialzo ricoveri Covid: “Prepariamoci alle nuove varianti vaccinando chi è a rischio”
"Bisogna farsi trovare preparati rispetto all'arrivo delle nuove varianti, che, essendo ricombinazioni di lignaggi di Omicron, sembrano schivare le difese immunitarie pregresse. Per questo, si deve continuare a vaccinare".
A parlare a Fanpage.it è Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e Professore associato di Igiene Generale e Applicata dell'Università di Milano, che ha spiegato l'andamento dei casi Covid-19 in Italia, in particolare i dati in aumento sui ricoveri, come ha confermato questa mattina il report della Fondazione Gimbe.
Dott. Pregliasco, quanto è importante fare la quarta dose di vaccino in un momento in cui sta salendo la pressione ospedaliera?
"Il punto è il seguente: in questo momento il vaccino è stato anche reso disponibile per i bambini dai 6 mesi ai 5 anni d'età, ma il target di riferimento resta sostanzialmente lo stesso. Si deve cioè insistere sui soggetti a rischio di ogni età con problematiche cardiache, respiratorie e che in qualche modo possono avere complicazioni dopo l'infezione, e i soggetti più anziani. È questo che farà la differenza: quante più persone appartenenti a queste categorie si vaccineranno tanto meglio sarà la situazione in termini di effetti su ospedali e servizio sanitario nazionale".
Per chi ha già fatto la quarta dose consiglia anche la quinta?
"Consiglio assolutamente la quinta dose. In questa fase dobbiamo sollecitare la vaccinazione a 4/6 mesi perché con queste varianti che stanno emergendo la protezione anche da guarigione ha questa durata. Credo sia il momento giunto, anche i dati sulle ospedalizzazioni mostrano che i ricoverati vaccinati hanno in realtà una vaccinazione di vecchia data. Nel prossimo futuro per evitare una sorta di stanchezza vaccinale si andrà incontro a una pianificazione annuale con proposta di vaccinazione parallela a quella influenzale".
L'ultima volta che ci siamo sentiti ha detto che entro novembre avremmo avuto 90mila contagi al giorno. Conferma questa previsione?
"Vediamo che succede. C'è un cambiamento nelle nuove varianti, che poi alla fine altro non sono che ricombinazioni di Omicron, per cui dobbiamo prepararci ad una possibile nuova onda. Hanno caratteristiche che sembrano essere di miglioramento nello schivare le difese immunitarie pregresse. Ma è prematuro fare qualsiasi tipo di ragionamento".