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Pregliasco spiega il motivo delle reinfezioni Covid: “Colpa di Omicron 4 e 5, virus con noi per anni”

Fabrizio Pregliasco spiega a Fanpage.it perché c’è stato nelle ultime settimane un boom di reinfezioni Covid: “Situazione dovuta alla circolazione di Omicron 4 e 5, che in qualche modo schivano la capacità di protezione non solo della vaccinazione ma anche della guarigione dalle precedenti varianti. Ciò conferma che il virus resterà con noi per anni”.
A cura di Ida Artiaco
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Il boom di reinfezioni Covid che si sta registrando nelle ultime settimane è dovuto alla "circolazione di Omicron 4 e 5. Questo conferma ancora una volta che il virus resterà con noi per anni, con ondulazioni che andranno via via diminuendo". Fabrizio Pregliasco, docente all’università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi, ha commentato così a Fanpage.it i numeri dell'Istituto superiore di Sanità, secondo cui le reinfezioni Covid sono aumentate del 5,8%, con oltre 400mila casi totali, pari al 3,6% di quelli notificati, nell'ultima settimana come emerge dal report esteso.

Per Pregliasco, "questa situazione è dovuta alla circolazione di Omicron 4 e 5, che in qualche modo schivano la capacità di protezione non solo della vaccinazione ma anche della guarigione dalle precedenti varianti, riducendo dunque la capacità protettiva di più rispetto ai limiti che già c'erano con le altre mutazioni". Ma secondo l'esperto questa non sarebbe una novità: "È un destino che in realtà conoscevamo già: come tutti gli altri coronavirus, anche Sars-Cov-2 non dà una risposta immunitaria per la vita. È la stessa cosa che capita con l'influenza: ogni anno le nuove varianti riducono la capacità protettiva delle precedenti e c'è un continuo interscambio all'interno di un serbatoio di soggetti suscettibili che mantengono quella possibilità del virus di diffondersi e di rimanere presente".

Dunque, non è vero che chi si è contagiato con Omicron qualche mese fa può stare tranquillo? "No, non è più vero, c'è questa fregatura – ha continuato Pregliasco -. E non c'è neppure una tempistica che si può considerare". Per il virologo, "il virus ha questa capacità, nella sua instabilità, di dare vita e stabilire in modo più veloce rispetto ad altri varianti per lui vantaggiose e molto più contagiose che determinano però meno effetti in proporzione, e questo fa comodo perché la quota degli asintomatici è rilevante. Ciò significa che il virus stesso sarà con noi ancora per un po', con ondulazioni che possiamo immaginare come le onde di un sasso in uno stagno, sperando che, senza l'avvento di una nuova variante carogna, via via degraderanno negli anni, ma non nei mesi. Ora è presumibile che in qualche modo possa esserci una riduzione grazie all'estate ma un inverno in cui la curva risale e ridiscende". Se bisogna aspettarsi anche in Italia un boom di casi a partire da ottobre come già preventivato negli Stati Uniti, ha detto: "Anche qui è quello che dovremo aspettarci. Ora dobbiamo capire se effettivamente il caldo funzionerà per attenuare i numeri ma l'elemento libertà rappresenta un rischio. Quest'anno da molti è passato il messaggio che il disastro è finito e tutto questo non aiuta".

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