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Pregliasco: “Dpcm un po’ soft, valutare coprifuoco nelle grandi città per evitare lockdown a Natale”

“Un coprifuoco nelle grandi città dalle 22 alle 6 o a Natale c’è il serio rischio di fare un lockdown”. Questa la proposta suggerita dal virologo Fabrizio Pregliasco in un’intervista all’Ansa e ribadito su Rai Radio 1 dove ha sottolineato come l’ultimo Dpcm del Governo Conte gli sia sembrato “un po’ soft”.
A cura di Filippo M. Capra
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Un lockdown a Natale è possibile ma è altrettanto possibile evitarlo, operando restrizioni ancora più stringenti specialmente nelle grandi città come, ad esempio, un coprifuoco. Questo il suggerimento di Fabrizio Pregliasco, virologo e componente del Comitato tecnico scientifico della Lombardia in un'intervista rilasciata all'Ansa durante la quale ha dichiarato che "bisogna prendere in considerazione l'eventualità di un coprifuoco nelle ore serali e notturne in città come Milano, Roma e Napoli e in tutte quelle zone del Paese dove la situazione potrebbe precipitare velocemente".

Pregliasco: L'ultimo Dpcm è un po' soft, propongo il coprifuoco nelle grandi città

Secondo il virologo è impellente la necessità di fare tutto quanto possibile "per evitare il lockdown a Natale, che oltre a essere molto triste, sarebbe un grave problema per le scuole e per il lavoro". Come fare quindi per ridurre al minimo il rischio di trovarsi chiusi in casa (propria) sotto le festività? "Eventualmente realizzando un coprifuoco", suggerisce Pregliasco, nonostante sia conscio che "questo procurerà purtroppo un danno a molte attività economiche". In merito, invece, alle misure adottate dall'ultimo Dpcm del Governo Conte, il virologo ha detto a Un giorno da pecora su Rai Radio 1 che si sarebbe aspettato "di più" dall'ultimo decreto, giudicato "un po' soft". Questo perché non si può più pensare di vivere come si è fatto fino a qualche giorno fa. La proposta di Pregliasco sarebbe quindi quella di instaurare un regime di coprifuoco "alla francese, dalle 22 alle 6", anche perché, ha infine concluso il membro del Comitato tecnico scientifico della Lombardia, "la chiusura alle 24 dei ristoranti è la normalità". E di normalità, ormai, non si può più parlare.

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