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Prato, ex operai Texprint picchiati da dirigenti durante lo sciopero: “Ecco come veniamo sfruttati”

“Costretti a lavorare dodici ore al giorno, sette giorni su sette”: 18 ex operai della Texprint srl denunciano un sistema di sfruttamento sistematico all’interno dell’azienda tessile pratese. “Videosorvegliati con telecamere illegali, non ci erano concesse pause. Nel corso degli anni diversi di noi si sono feriti con i macchinari, non siamo mai stati rimborsati e ci veniva intimato di dire che ci eravamo fatti male a casa”, raccontano.
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Mercoledì 16 giugno 2021 si sono verificati episodi gravissimi davanti alla Texprint srl, l'azienda di stamperia tessile a Prato già nell'occhio del mirino per un'interdittiva antimafia confermata il 10 giugno 2021 dal Consiglio di Stato. Tre ex operai in sciopero da febbraio sono stati pestati da un gruppo di quindici uomini (tra cui figurano anche i capi della Texprint). Un ragazzo pachistano è stato colpito alla testa con un mattone, mentre a un altro sono state rotte due dita solo perché stava riprendendo la scena con il suo telefono.

Imran Faisal, ex operaio Texprint a cui sono state rotte due dita per aver ripreso l'aggressione dei dirigenti dell'azienda
Imran Faisal, ex operaio Texprint a cui sono state rotte due dita per aver ripreso l'aggressione dei dirigenti dell'azienda

Il video dell'aggressione, pubblicato dal sindacato SiCobas, è stato così commentato dai responsabili dell'azienda: "Non è completo, non si vede che a iniziare sono stati gli operai".

Luca Toscano, sindacalista SiCobas
Luca Toscano, sindacalista SiCobas

Di fronte alla Texprint, in via Sabadell 109, alcuni ragazzi di origine pachistana ci hanno raccontato cosa è accaduto mercoledì scorso e quali sono le condizioni lavorative all'interno della ditta tessile gestita da personale cinese. "Scioperiamo da cinque mesi per reclamare un diritto che in Italia è garantito dalla Costituzione", esordiscono, sostenuti dal sindacalista Luca Toscano, di SiCobas. "Per anni abbiamo lavorato privi di tutele, senza ferie, senza infortuni e senza malattia", racconta Sha, giovanissimo ex lavoratore della Texprint.

Videosorvegliati a lavoro

"Grazie alle nostre denunce sindacali – continua Toscano – è venuto l'ispettorato del lavoro che ha rimosso un sistema di videosorveglianza interno all'azienda, che lo ricordiamo in Italia è illegale". "Dentro all'azienda c'erano telecamere ovunque, che controllavano se stessimo lavorando", continua Sha. Chi si fermava, veniva immediatamente contattato al telefono dai capi e gli veniva intimato di proseguire il lavoro. "O così, o ci avrebbero licenziati", conclude il giovane.

Interdittiva antimafia

Grandi assenti i dirigenti dell'azienda, che abbiamo intercettato senza tuttavia riuscire a intervistarli. Tra loro, la figura più ambigua è quella di Zhang Sang Yu, imprenditore di origini cinesi che si fa chiamare Valerio, più volte indagato per diversi reati legati alla mafia, ma sempre assolto. Sang Yu ha sempre dichiarato di essere un semplice dipendente della Texprint, ma secondo tutti gli ex operai con cui abbiamo parlato e secondo il sindacalista SiCobas Luca Toscano, ricoprirebbe un ruolo dirigenziale. È anche sulla base del ruolo di "Valerio" che il Consiglio di Stato avrebbe, nonostante i ricorsi dell'azienda tessile, confermato l'interdittiva antimafia per Texprint.

Il sindaco di Prato: "Situazione non chiara"

"Finché non sarà fatta piena luce sulla vicenda non intendo esprimermi né a favore degli operai in sciopero né di chi sta continuando a lavorare, pur nella piena condanna di ogni forma di violenza": è il commento del sindaco di Prato, Matteo Biffoni, che ha sempre rifiutato di incontrare i lavoratori in sciopero della Texprint. Questi ultimi sono infatti stati "contro denunciati" da alcuni dipendenti e soci Texprint per "violenza privata" e altri presunti reati legati agli scioperi.

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