Portò fiori a Rigopiano per il figlio morto, Alessio Feniello a processo: “Una pagliacciata”
"Questa è una pagliacciata, se verrò condannato non tirerò fuori un euro e piuttosto mi farò il carcere" così Alessio Feniello ha commentato oggi l'apertura del processo a suo carico al Tribunale di Pescara per aver violato i sigilli giudiziari apposti all'area dove sorgeva l'Hotel Rigopiano di Farindola con lo scopo di portare dei fiori in ricordo del figlio 28enne Stefano, una delle vittime della terribile tragedia abruzzese. Il 21 maggio del 2018 Feniello ignorò i divieti di avvicinamento all'area posta sotto sequestro per portare i fiori sul luogo i cui è morto il figlio Stefano e per questo fu identificato dalle forze dell'ordine e denunciato ala magistratura. Per quel gesto il 57enne originario di Valva, nel Salernitano, è stato già condannato dallo stesso tribunale abruzzese con un decreto penale che prevede una sanzione pecuniaria consistente in un'ammenda di 4.550 euro . Una somma che Feniello ha deciso di non pagare preferendo un processo penale .
Per il 57enne era scattato quindi il decreto di “giudizio immediato” firmato dal gip del capoluogo abruzzese che ha dato il via la processo aperto oggi davanti al giudice monocratico di Pescara. Una udienza brevissima che si è conclusa con un rinvio e che ha fatto sbottare nuovamente Fneiello. "Vi sembra normale che nel 2020 si perdano tempo e soldi pubblici con queste stupidaggini?" ha dichiarato infatti ai giornalisti il 57enne a margine dell'udienza a cui tra l'altro non ha potuto partecipare essendo arrivato tardi. In preecedenza aveva mostrato un video del luogo della tragedia rivelando:"Oggi è iniziato il processo nei miei confronti per aver portato i fiori a Rigopiano dove hanno ucciso mio figlio e altre 28 anime innocenti. La zona alla data attuale è ancora sotto sequestro però le pecore stanno pascolando indisturbate"
Ad accompagnarlo in Tribunale anche la moglie che ha portato anche del manette minacciando di incatenarsi se il marito fosse stato condannato al carcere. "Mia moglie è stata prosciolta ed io per lo stesso motivo sono stato condannato" ha sottolineato Alessio Feniello ricordando che anche la moglie era stata protagonista dello stesso gesto. La donna infatti era stata identificata e indagata a sua volta ma è stata prosciolta per tenuità del fatto, essendo incensurata. Il marito, a causa di precedenti, invece ricevuto il decreto penale di condanna. L'udienza suo carico è stata aggiornata al prossimo 16 aprile.