Portò fiori a Rigopiano per il figlio morto, Alessio Feniello assolto dopo tre anni
Alessio Feniello assolto dall'accusa di aver violato i sigilli dell'area dell'Hotel Rigopiano di Farindola per portare dei fiori sul luogo della terribile tragedia abruzzese in cui è morto il figlio Stefano. Nell'ultima udienza del processo di primo grado, infatti, il Tribunale di Pescara ha deciso di assolvere il genitore riconoscendo per lui la tenuità del fatto compiuto, quindi, la non punibilità di un gesto che non può essere considerato offensivo. Con la stesa sentenza annullata dunque anche la multa di 4.550 euro che gli era stata comminata. Soddisfazione è stata espressa di legali di Feniello che sin da subito avevano portato avanti la linea della non punibilità di un gesto come quello di porre dei fiori sulla "tomba" del figlio morto.
L'episodio risale al 21 maggio del 2018 quando Alessio Feniello ignorò i divieti di avvicinamento all'area posta sotto sequestro dalla magistratura dove sorgeva l'Hotel Rigopiano per portare dei fiori in onore del figlio scomparso. L'uomo originario di Valva, nel Salernitano, vene subito fermato e identificato dalle forze dell'ordine insieme alla moglie che lo accompagnava e quindi denunciato con lei alla magistratura. Dopo avere esaminato i fatti, la Procura aveva deciso di archiviare la posizione della donna, considerata la tenuità del fatto ed essendo incensurata, ma di procedere nei confronti di Feniello. Per quel gesto il 58enne era stato quindi condannato dallo stesso tribunale abruzzese con un decreto penale che prevede una sanzione pecuniaria consistente in un'ammenda di 4.550 euro.
Una somma che Feniello però ha deciso di non pagare preferendo un processo penale. "Questa è una pagliacciata, se verrò condannato non tirerò fuori un euro e piuttosto mi farò il carcere" aveva spiegato l'uomo. Quindi per lui è scattato il processo davanti al giudice monocratico di Pescara, la procura aveva chiesto 3 mesi di condanna ma oggi è arrivata la sentenza di assoluzione. "Abbiamo dimostrato che avevano deciso di andare per quanto accaduto un mese prima, in occasione della Pasquetta, quando diverse persone erano entrate nell'area per fare picnic, partite di calcio, foto ricordo e addirittura per asportare macerie come souvenir. Questi gesti, ritenuti dalla famiglia Feniello come profanazione di un luogo sacro, necessitavano secondo loro di essere cancellati, e da qui la decisione di portare dei fiori" ha spiegato l'avvocato dell'uomo.