Porto Empedocle, migranti via da tensostruttura della Protezione civile: “Intervenga il governo”
Aggiornamento: Sono stati quasi tutti rintracciati i migranti che si erano allontanati dalla struttura di Porto Empedocle. Lo ha comunicato la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, che ha sentito telefonicamente il governatore della Regione Sicilia, Nello Musumeci. La ministra ha anche confermato che sono stati intensificati i trasferimenti sia dall'hotspot di Lampedusa che dall'hub di Porto Empedocle. Diversi migranti sono già stati spostati in altre strutture ed entro domani dovrebbe essere completato lo spostamento di 520 migranti.
Dopo la fuga di un centinaio di migranti dal Cara di Caltanissetta nella giornata di ieri, alta tensione oggi anche a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, dove un gruppo di profughi è uscito correndo dalla tensostruttura della Protezione civile, dove vengono trasferiti coloro che sbarcano a Lampedusa. Sono lì in attesa che, una volta completati i controlli sanitari compresi quelli per il Covid-19, vengano fatti salire sui pullman e trasferiti nei centri di accoglienza sparsi per l'Italia. Polizia e carabinieri hanno avviato le ricerche del caso, anche sulle strade che portano verso Agrigento. Nella tensostruttura, con una capienza massima di 100 persone, c'erano ben 520 migranti.
Poco prima che le immagini di Porto Epedocle facessero il giro del web, la sindaca della città siciliana Ida Carmina aveva denunciato le condizioni "disumane" della tensostruttura attigua alla banchina portuale: "Abbiamo oltre 500 migranti chiusi in una tensostruttura senza finestre – ha detto la prima cittadina -. Non ci sono finestre, è un forno lì dentro, rischiano il soffocamento. Qui deve intervenire il governo, ho fatto appello a tutti, anche alla Commissione europea. Noi siamo un paese senza contagi, però con questa situazione siamo ogni giorno agli onori delle cronache e questo crea un problema di immagine dal punto di vista turistico. Perché far arrivare qua le navi militari? Potevano portarle da qualche altra parte. Anche i miei concittadini sono molto arrabbiati, hanno paura".
Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: "Quanto accaduto a Caltanissetta – ha scritto su Facebook – non è una sciocchezza, anzi. In queste ore peraltro si aggiunge un’altra notizia di una fuga in massa di migranti anche dalla tensostruttura della Protezione civile allestita a Porto Empedocle. Non si tratta di battaglie ideologiche o politiche. Il tema è più semplice e riguarda la nostra sicurezza, la sicurezza di ognuno di noi. L’Italia ha vissuto uno dei momenti più bui della sua storia con la pandemia, abbiamo visto morire i nostri cari, i nostri medici, donne, uomini e anche bambini. Abbiamo dovuto seguire regole ferree, ci siamo chiusi in casa, alcuni sono stati separati dalle proprie famiglie per settimane e settimane. Tutti, in un modo o nell’altro, ci siamo sacrificati. Ed è inconcepibile che oggi qualcuno, incurante delle regole tutt’ora in vigore, pensi di andarsene in giro senza rispettare l’obbligo della quarantena. Migranti o meno, fossero stati italiani avrei detto la stessa cosa. Qui è una questione di salute pubblica. Il virus non è scomparso. I cittadini italiani, come il sottoscritto naturalmente, devono continuare a rispettare le regole che ci siamo dati e vale lo stesso per i turisti o per chi ha diritto alla protezione internazionale. Lo Stato ha il dovere di occuparsi di questo genere di problemi. Esprimo tutta la mia vicinanza e solidarietà ai sindaci Roberto Gambino e Ida Carmina e alle comunità di Caltanissetta e di Porto Empedocle in questo momento difficile. Ringrazio anche la ministra Lamorgese per il lavoro che sta portando avanti e le forze dell’ordine per aver lavorato tutta la notte e aver già rintracciato 125 dei 184 migranti che si erano allontanati domenica dal Cara di Pian del Lago. Il mio sostegno, infine, a coloro che in queste ore si stanno adoperando per contenere la nuova fuga".