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Portato in tribunale dai colleghi per Gratta e Vinci da 2 milioni, perché dopo 4 anni incassa tutto da solo

L’uomo veronese è stato assolto perché, come stabilito dalle motivazioni della sentenza pubblicate nei giorni scorsi, non vi è nessuna prova scritta che quel biglietto fosse stato acquistato in comune, a parte le testimonianze degli altri due e dei loro parenti stretti.
A cura di Antonio Palma
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Trascinato in Tribunale da due colleghi per non aver diviso il premio da 2 milioni di euro del Gratta e Vinci, un piastrellista veneto incasserà l’intera somma da solo dopo essere stato assolto dai giudici quasi quattro anni dopo i fatti. È il caso di Ricardo T., 43enne di origini brasiliane ma da tempo in Italia dove ha messo su famiglia e lavoro nel Veronese.

L’uomo è stato assolto nel settembre scorso perché, come stabilito dalle motivazioni della sentenza pubblicate nei giorni scorsi, non vi è nessuna prova scritta che quel biglietto fosse stato acquistato in comune tra i tre, a parte le testimonianze degli altri due e dei loro parenti stretti.

Secondo la giudice Sabrina Miceli, infatti, non vi sono abbastanza prove per presumere che “imputato e persone offese abbiano acquistato in società il biglietto” e per questo ha assolto l’uomo perché “Il fatto non sussiste”. Per il Tribunale veronese vi sono al contrario alcuni indizi che indicano il contrario. Tra questi il fatto che il biglietto non sia stato grattato contestualmente all’acquisto e insieme agli altri due. Il tagliano infatti era nelle mani di una sola persona nonostante i tre non fossero amici stretti ma solo poco più che colleghi che a volte si vedevano al bar dopo il lavoro.

Per la giudice, le prove fotografiche del biglietto e della festa portate a sostegno dagli altri due indicano solo una condivisione della gioia dell’uomo che ha ammesso di aver promesso agli altri due un ricco regalo da decine di migliaia di euro.

“È verosimile che l’imputato abbia solo promesso alle due persone offese di fare loro un regalo in virtù del rapporto confidenziale che si era instaurato” scrive la giudice nelle motivazioni della sentenza riportatore dal Correrie del Veneto.  Del resto il 43enne, giocatore assiduo e incallito che comprava interi blocchetti di tagliandi, aveva fatto lo stesso con un altro amico anche pochi giorni prima quando aveva vinto altri 800mila euro con un gratta e vinci fortunato.

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