Porta ogni giorno a scuola un bimbo cieco: a 84 anni Romano è il “Nonno dellʼanno”
“Per il suo pronto spirito di solidarietà, per la sua dedizione nell’aiutare il prossimo, per la sua tenacia senza età, e per aver dimostrato, col suo esempio eccezionale di affettuoso altruismo, la sconfinata forza del grande cuore dei nonni”, questa è la motivazione che ha spinto la Fondazione Senior Italia ad attribuire il premio di ‘Nonno dell’anno’ a Romano Carletti, 84enne, di Montemignaio, nel Casentino, non lontano da Arezzo. Questo signore ogni mattina percorre più di 60 km in auto per accompagnare a scuola Jaffar, un bimbo macedone di sei anni non vedente. Il piccolo infatti è figlio di un taglialegna, lavoro che lo tiene impegnato dall'alba alla sera; la mamma non ha la patente. Per raggiungere la scuola è disponibile il servizio con il pulmino che però l’alunno non può prendere perché non è attivo l’accompagnamento per bambini disabili. Così Romano si è fatto avanti: come un zio, o meglio come un nonno, ogni mattina alle 7,30 è andato a prendere Jaffar, suo vicino di casa, per accompagnarlo a scuola. Un gesto bellissimo quello di Romano, un gesto che commuove tutti e che lo porta fino a Palazzo Chigi dove mercoledì riceverà il premio.
Quando mi hanno comunicato la notizia sono rimasto sconvolto – commenta Carletti – in fondo quello che ho fatto per me non era niente di speciale ma un atto dovuto, permettere ad un bambino con una grave disabilità di poter frequentare la scuola come tutti gli altri. Quando lo accompagnavo in classe il momento più bello era vedere Jaffar avvicinarsi ai compagni, toccare i loro visi e riconoscerli uno per uno, quel piccolo gesto mi ripagava di tutti i chilometri fatti”.
Anche il sindaco di Montemignaio, Roberto Pertichini, ha speso parole al miele per la favola di Romano e Jaffar: "Carletti, in un mondo così poco propenso ad aiutare l’altro ha dimostrato quanto invece è gratificante, con grande sacrificio e amore aiutare chi è in difficoltà. Lo ringrazio per il messaggio che ha dato, perché le persone che scelgono di vivere in montagna, in un contesto di dimenticanza, sono attaccate a valori semplici ma fondamentali".