Pordenone, Teresa e Trifone fidanzati uccisi, Ruotolo: “Non è giusto che paghi solo io”

“Non è giusto che paghi io per questi fatti che non ho commesso”. Questo il commento espresso a caldo ieri sera da Giosuè Ruotolo subito dopo la lettura della sentenza di appello che ha confermato la condanna all’ergastolo a suo carico per il duplice omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone. “Ruotolo è affranto – ha riferito uno dei suoi difensori, Roberto Rigoni Stern, al quale Ruotolo ha espresso il proprio sfogo – perché era convinto di riuscire a persuadere i giudici della sua estraneità”. Dopo la lettura della sentenza Ruotolo è stato riportato nel carcere di Belluno.
I commenti dopo la sentenza
Per quanto riguarda la sentenza, ha detto ancora il legale di Ruotolo, "riteniamo che questa sia stata una grande ingiustizia, alla luce della prospettazione complessiva dei fatti, dove non c'è assoluta certezza che Ruotolo fosse sulla scena del delitto". "Noi ci avevamo creduto, convinti che fossero molto importanti gli argomenti che abbiamo portato: nessuna prova scientifica, nessuna certezza sulla presenza sulla scena del delitto dell'imputato, l'assenza di un movente: elementi fondamentali” aggiunge Rigori Stern. Secondo l'avvocato di parte civile, Carla Sgarito, questa è "una vicenda spiacevole per tutti, però l'ha voluto lui, Giosuè". Il processo "non è indiziario": "indizi e prove portano a lui".
"Siamo contenti perché l'assassino va dietro le sbarre ma non abbiamo più Teresa e questa è la cosa più brutta che c'è", ha commentato il padre di Teresa Costanza, Rosario, a cui ha fatto eco la moglie: "Credo si appelleranno e siamo pronti a combattere anche là. I ragazzi hanno avuto giustizia rimanga in carcere senza sconti di pena".
L'omicidio di Trifone e Teresa
L’omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza si è consumato la sera del 17 marzo 2015 nel parcheggio del palazzetto dello sport di Pordenone. Il verdetto di primo grado era stato emesso della Corte d’assise di Udine l’8 novembre 2017. Sentenza non approvata dalla madre di Giosuè Ruotolo che si è allontanata dall’aula gridando “Questa non è giustizia, questa non è giustizia”. Con lei c’era anche l’altro figlio, con la fidanzata, che l’ha invitata ripetutamente ad allontanarsi.